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Ripristino morfo-funzionale di un elemento in area estetica tramite reimpianto intenzionale modificato
OBIETTIVI: Obiettivo di questo case report è valutare il successo a 24 mesi del recupero morfo-funzionale di un elemento dentale con carie subgengivale, eseguito tramite reimpianto intenzionale con tecnica modificata, ovvero mediante rotazione di 180° dell’elemento attorno al proprio asse lungo.
MATERIALI E METODI: Un paziente di 68 anni si presenta all’attenzione degli autori per ripristinare funzione ed estetica dell’elemento 1.2 affetto da carie destruente della corona con estensione subgengivale. Gli esami clinico e radiografico escludono la possibilità di un recupero conservativo immediato a causa di una totale assenza di tessuto dentario sano a costituire l’effetto ferula ricercato. A seguito dello studio del caso, previo isolamento del campo operatorio, viene eseguita una terapia canalare dell’elemento 1.2 e otturazione canalare mediante guttaperca. A distanza di una settimana viene eseguita una tecnica di reimpianto intenzionale modificata, con rotazione dell’elemento dentale di 180° attorno al suo asse lungo che permette una maggiore stabilità dello stesso all’interno dell’alveolo. Dopo un mese dall’intervento chirurgico non si evidenzia mobilità patologica. Segue quindi la fase riabilitativa protesica dell’elemento per un completo recupero estetico e funzionale. Il caso è stato finalizzato mediante la cementazione di una corona in zirconia ceramizzata.
RISULTATI: A distanza di 24 mesi dall’intervento di reimpianto intenzionale si apprezza stabilità dei tessuti duri e molli intorno all’elemento, assenza di sondaggio patologico e di sintomatologia a carico dell’elemento interessato. Radiograficamente non si evidenziano riassorbimenti ossei e radicolari e l’elemento interessato non presenta mobilità patologica.
CONCLUSIONI: Il reimpianto intenzionale con tecnica modificata può essere un’alternativa valida all’allungamento di corona clinica, all’estrusione ortodontica e all’estrusione chirurgica. Diversamente rispetto al reimpianto intenzionale tradizionale, tale variante permette di ottenere uno stop apicale durante la fase di reimpianto, che contribuisce alla stabilizzazione dell’elemento.
Visto il breve follow-up qui preso in esame, ulteriori studi sono necessari per una migliore validazione di tale tecnica.
SIGNIFICATO CLINICO: Il reimpianto intenzionale con tecnica modificata garantisce una stabilizzazione maggiore dell’elemento rispetto alla tecnica standard di reimpianto e può rappresentare una valida alternativa terapeutica di successo clinico nei casi in cui le esigenze estetiche non permettono l’esecuzione di un allungamento di corona clinica.
La soluzione clinica intrapresa si è rivelata essere, in questo caso, economicamente vantaggiosa e più immediata rispetto all’estrusione ortodontica; inoltre, ha permesso di conservare l’elemento dentale in arcata, rappresentando un’opzione clinica più conservativa rispetto al posizionamento di un impianto osteointegrato.
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