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Atto di cura: un engagement fondato sulla reciprocità medico-paziente. Intervista a… Elena Vegni

Dal 2021 presso la Struttura Complessa dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano è attivo l’Ambulatorio di supporto psicologico ai pazienti con il cancro alla bocca; il Progetto – sostenuto da ACAPO Onlus (www.acapo-onlus.it) – prevede la presenza di psicologi psicoterapeuti all’interno dell’équipe multiprofessionale
già a partire dalla comunicazione della “cattiva notizia” e durante l’intero percorso di cura. Le rigide restrizioni e le complessità del biennio pandemico hanno chiaramente congelato le attività dell’Ambulatorio, ma da un periodo così buio possono comunque emergere spunti e riflessioni per migliorare ulteriormente l’iter terapeutico dei pazienti.
Ne abbiamo parlato con Elena Vegni, psicologa e psicoterapeuta, direttore UOC Psicologia clinica dell’ASST Santi Paolo e Carlo.

In questa fase che potremmo ragionevolmente definire post-Covid, professoressa Vegni, quali riflessioni è possibile fare?
Ci sono sostanzialmente tre aspetti su cui ritengo utile soffermarci: due sostanzialmente intrecciati tra di loro sono riferibili al mondo sanitario in generale, quindi applicabili anche al contesto odontoiatrico, il terzo è specifico per l’ambito del cancro orale.
Abbiamo una medicina che ha sempre maggiori disponibilità in termini di competenze e di conquiste di carattere tecnico- tecnologico – pensiamo per esempio alla rapidità della produzione dei vaccini anti Covid – e nei confronti della quale i cittadini hanno sempre maggiori aspettative, ma paradossalmente cresce il distanziamento tra il paziente che pretende di più e il medico che si muove sempre maggiormente in una prospettiva di medicina difensiva.

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Table of Contents: Vol. 91 – Issue 1 – Gennaio 2023

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