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Nevo bianco spongioso: caso clinico e revisione narrativa della letteratura
OBIETTIVI: Lo scopo del presente lavoro è fornire un inquadramento epidemiologico, diagnostico, clinico e terapeutico del nevo bianco spongioso, procedendo tramite revisione narrativa degli articoli disponibili in letteratura ed esposizione di un caso clinico.
MATERIALI E METODI: La revisione è stata condotta consultando i database PubMed, Google Scholar e Scopus, utilizzando le parole chiave “white sponge nevus”, “white sponge nevus treatment” e “white sponge nevus differential diagnosis”. Sono stati inclusi case report e revisioni narrative della letteratura. Viene inoltre discusso il caso clinico di un paziente di 19 anni riferito dal proprio odontoiatra all’ambulatorio di Medicina Orale (S.C. Odontostomatologia II, Ospedale San Paolo, Milano) per un consulto medico specialistico in merito a lesioni a placca bianche, diffuse e ispessite presenti bilateralmente a livello delle mucose geniene e in corrispondenza del ventre linguale.
RISULTATI
Il nevo bianco spongioso appartiene al gruppo delle genodermatosi ed è determinato da mutazioni a carico dei geni codificanti per le citocheratine 4 e 13. Si tratta di una condizione benigna, con una prevalenza stimata pari a 1 individuo ogni 200.000, che non mostra predilezione di genere e/o provenienza etnica, e che può essere presente già al momento della nascita o insorgere nel corso dell’infanzia o dell’adolescenza. Per quanto concerne gli aspetti clinici, si presenta tipicamente con lesioni di colore bianco o grigiastro, a placca, diffuse, non indurite alla palpazione e di aspetto corrugato o vellutato. A livello intra-orale le aree prevalentemente interessate risultano essere le mucose geniene, seguite dalle mucose labiali, dal ventre linguale, dal pavimento orale, dal palato molle e dalla mucosa alveolare. Nei pazienti di giovane età ed esenti da fattori di rischio per lesioni neoplastiche del cavo orale, la diagnosi clinica può essere posta basandosi esclusivamente sui dati anamnestici e sulla valutazione delle caratteristiche e delle tempistiche di insorgenza delle lesioni. Al di fuori di questi casi, l’intervento di biopsia incisionale risulta invece sempre necessario al fine di raggiungere una corretta diagnosi. Nel caso clinico presentato in considerazione dell’anamnesi familiare positiva, dell’aspetto delle lesioni e dell’assenza di sintomatologia associata si pone diagnosi clinica di nevo bianco spongioso, decidendo di non sottoporre il paziente a ulteriori trattamenti chirurgici in senso bioptico e impostando visite di controllo periodiche a cadenza semestrale.
CONCLUSIONI: Essendo il nevo bianco spongioso una condizione asintomatica e che non comporta per i soggetti affetti un aumentato rischio di sviluppare neoplasie maligne, non è generalmente richiesta alcuna terapia né farmacologica né chirurgica. Un trattamento, rappresentato dall’escissione/riduzione chirurgica o laser-ablazione, è comunque possibile nei casi in cui le lesioni risultino maggiormente estese o comportino una sensazione di discomfort per il paziente.
SIGNIFICATO CLINICO: Il ruolo dell’odontoiatra appare fondamentale nell’effettuare una corretta diagnosi differenziale tra il nevo bianco spongioso e le lesioni di altra natura, da quelle benigne (come la candidosi pseudomembranosa, la morsicatio buccarum, il leucoedema…) a quelle appartenenti al gruppo dei disordini potenzialmente maligni (tra cui leucoplachia, lichen planus, graft versus host disease-GVHD…).
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