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Riabilitazione singola in zona estetica con impianto in zirconia di nuova concezione
OBIETTIVI: Al giorno d’oggi il titanio risulta uno tra i materiali meglio documentati in implantologia orale. Sin dai primi anni Novanta il biossido di zirconio (ZrO2) o zirconia (Zr) è stato introdotto come materiale alternativo per la produzione di impianti dentali date le sue migliori proprietà estetiche specialmente in pazienti con fenotipo sottile. È stata inoltre riportata una minore tendenza all’accumulo di placca, una migliore adesione cellulare e una ridotta risposta infiammatoria rispetto agli impianti in titanio. Numerosi studi preclinici hanno dimostrato che gli impianti in zirconia presentano valori di boneto- implant contact (BIC) e di removal torque sovrapponibili agli impianti in titanio. Il trattamento mediante mordenzatura acida permette di creare una superficie microruvida che sembra migliorare le proprietà biologiche degli impianti in zirconia, promuovendo il processo di osteointegrazione in modo da ottenere risultati comparabili alle superfici microruvide in titanio. Scopo del presente caso clinico è di illustrare il risultato del trattamento e il mantenimento dei tessuti molli peri-implantari nella sostituzione di un elemento singolo in zona estetica.
MATERIALI E METODI: Il caso presentato riporta la sostituzione implanto-protesica di un incisivo laterale superiore perso per trauma. L’elemento compromesso è stato trattato secondo la tecnica post-estrattiva immediata associata a funzionalizzazione immediata utilizzando un impianto ceramico di tipo tissue level con connessione interna di tipo cementata. Il carico protesico definitivo è stato eseguito a 3 mesi dall’inserimento implantare e la ricostruzione protesica è stata realizzata in zirconia monolitica. È stata valutata la stabilità tissutale grazie alla sovrapposizione di impronte digitali rilevate sia al momento della consegna del manufatto definitivo sia a 6 mesi.
RISULTATI E DISCUSSIONE: Gli obiettivi del trattamento sono stati raggiunti con piena soddisfazione del paziente per una ritrovata estetica del sorriso, raggiunta anche in una sede così complessa, e per la facilità nel mantenimento dell’igiene orale. Nel follow-up specifico, seppur a 6 mesi, la qualità dei tessuti gengivali è migliorata anche sotto il profilo volumetrico, risultato ottimizzato dal posizionamento dei restauri protesici definitivi.
CONCLUSIONI: Gli impianti in zirconia bifasici caratterizzati da connessione cementatatra impianto e monconesembrano essere una valida alternativa per la sostituzione di denti mancanti. I maggiori vantaggi degli impianti in zirconia sono il colore bianco, la minore tendenza all’accumulo di biofilm batterico e l’apparente vantaggio in termini di integrazione tissutale. La minore tendenza all’accumulo di placca batterica intorno agli impianti in zirconia potrebbe favorire la salute dei tessuti molli, riducendo i rischi di reazioni infiammatorie o di infezioni. Entro i limiti del presente caso clinico, gli impianti in zirconia sembrano mostrare risultati clinici ed estetici ragguardevoli. Ulteriori studi sono tuttavia necessari per valutare
i risultati clinici degli impianti
in zirconia nel lungo periodo.
SIGNIFICATO CLINICO: Gli impianti in zirconia sembrano rappresentare una plausibile alternativa rispetto al titanio e possono essere indicati in pazienti che richiedono riabilitazioni “metal-free”.
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