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Implantologia zigomatica: clinica ed evidenza scientifica

OBIETTIVI: L’articolo vuole analizzare lo stato dell’arte sugli aspetti clinici dell’implantologia zigomatica avvalendosi del supporto della letteratura disponibile, per contestualizzarne l’efficacia sotto il profilo bio-psico-sociale. Nelle gravi atrofie del mascellare gli impianti zigomatici rappresentano una delle possibili alternative terapeutiche: offrono alta predicibilità di sopravvivenza e riduzione dei tempi di riabilitazione, ma presentano complicazioni di vario genere ed entità che possono aumentare di incidenza nel tempo.
Gli impianti zigomatici sono consigliati solo nei casi di atrofia grave, laddove non siano realizzabili altre tecniche implantologiche, poiché questa metodica è da considerarsi l’ultima chance e non può essere ritenuta la prima scelta terapeutica solo perché permette l’effettuazione del carico protesico immediato.

MATERIALI E METODI: Il cammino compiuto dall’implantologia zigomatica ha visto il successo soprattutto nei pazienti totalmente edentuli con mascelle posteriori molto atrofiche.
Dopo un primo periodo nel quale il protocollo comprendeva due fasi chirurgiche e la riabilitazione protesica fissa avvitata dopo la riapertura a 6 mesi dal posizionamento degli impianti, con l’evoluzione dei concetti generali di riabilitazione protesica su impianti standard e la comparsa del carico immediato questi stessi principi vennero applicati anche alla terapia implantologica zigomatica attorno al 2004.
Grande successo, in virtù degli ottimi risultati riportati in letteratura, ha ottenuto il protocollo per l’inserimento di quattro impianti zigomatici (2 per lato), noto come quad zygoma, dapprima senza e poi con carico protesico immediato.

RISULTATI: L’implantologia zigomatica consente la riabilitazione di mascelle gravemente atrofiche; il tasso di sopravvivenza implantare è più elevato rispetto agli impianti posizionati con metodi convenzionali di aumento osseo; inoltre, permette la protesizzazione a carico immediato con un elevato tasso di successo.
Il carico immediato è un fattore importante nel processo decisionale del paziente nell’optare per l’impianto zigomatico piuttosto che per interventi di incremento osseo: esso consente un restauro precoce di funzionalità ed estetica e riduce significativamente il dolore e il disagio post-operatori. Senza una protesi provvisoria rimovibile che preme e sfrega sui lembi mucoperiostei il dolore e il disagio post-intervento chirurgico diventano accettabili, vantaggi spesso ancora più importanti della funzione stessa. Inoltre, realizzare una protesi rimovibile confortevole e ritentiva su mascella atrofica è spesso impossibile.

CONCLUSIONI: Sono oggi sono disponibili oltre 600 pubblicazioni PubMed/Medline comprese review e meta-analisi. Sono state confrontate differenti procedure di riabilitazione del mascellare gravemente atrofico: riabilitazione con impianti zigomatici associati a impianti standard o trattamento con tecnica quad e il rialzo del seno mascellare con biomateriali. I risultati degli studi multicentrici suggeriscono che, nonostante un maggiore numero di complicazioni, vi è maggiore successo con gli impianti zigomatici in termini di tassi di sopravvivenza e un minore numero di fallimenti protesici.
È necessario un follow-up più lungo: è già noto che le complicazioni, tranne la sinusite, si verificano nei primi mesi dopo l’intervento; è prevedibile che i promettenti risultati iniziali vengano confermati nel tempo.

SIGNIFICATO CLINICO: L’implantologia zigomatica confrontata
con le riabilitazioni implantologiche associate a procedure di aumento osseo ha visto gli autori concludere che fino a quando non saranno disponibili prove convincenti gli impianti zigomatici non dovrebbero essere usati routinariamente. La letteratura pubblicata negli ultimi anni per valutare il successo di tale trattamento in pazienti con mascellare posteriore atrofico ha permesso di concludere che gli impianti zigomatici hanno un alto tasso di successo e costituiscono una valida alternativa per il trattamento di questi casi.

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Table of Contents: Vol. 91 – Issue 1 – Gennaio 2023

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