Articoli

Strategie diagnostiche e operative nel trattamento endodontico dei premolari superiori a tre canali

OBIETTIVI: L’obiettivo principale della moderna endodonzia è quello di conservare il più a lungo possibile il dente naturale favorendo una corretta funzione masticatoria, fonatoria ed estetica. È ormai universalmente accettato come il successo della terapia endodontica dipenda essenzialmente da una corretta e completa sagomatura, detersione e otturazione del sistema canalare. Per ottenere tutto ciò è necessaria una profonda conoscenza dell’anatomia dei enti che si vanno a trattare e, soprattutto, delle varianti anatomiche che sempre più spesso si presentano all’osservazione. Il trattamento di un primo premolare con tre radici è una delle anomalie anatomiche che il clinico potrà affrontare durante una terapia endodontica. Pertanto, lo scopo primario di questo articolo è quello di individuare in fase diagnostica elementi utili a intercettare la presenza del terzo canale nei primi premolari mascellari permettendo di realizzare un disegno camerale ideale che aiuti in fase clinica il reperimento dei canali e la loro anatomia.

MATERIALI E METODI:  L’articolo descrive due casi di trattamento endodontico effettuato su primi premolari mascellari; nel primo caso è stato effettuato un ritrattamento in un paziente che presentava una parodontite apicale cronica; nel secondo è stata effettuata una terapia endodontica di un dente vitale in un paziente che presentava un quadro di pulpite irreversibile.
In entrambi i casi dopo avere eseguito radiografie pre-operatorie e avere diagnosticato la probabile presenza di una terza radice è stato possibile disegnare un accesso cavitario con una forma necessariamente diversa dalla configurazione tradizionale. Il disegno di apertura di camera, in questi casi, prevede un’estensione maggiore in senso mesio-distale a livello vestibolare. Completata l’apertura vengono immediatamente sondati, preparati e detersi i canali mesio-vestibolare e palatino.
Successivamente, con l’ausilio di un mezzo ingrandente, è stato possibile individuare l’imbocco del terzo canale. Una volta sondato il canale è stato preparato, deterso e otturato simultaneamente agli altri due canali già sagomati mediante condensazione con guttaperca calda e cemento canalare.
Il primo caso è stato finalizzato con una corona protesica; il secondo con una ricostruzione post-endodontica in resina composita. Sono stati effettuati controlli a 24 mesi.

CONCLUSIONI: Nella pratica clinica quotidiana si sta facendo largo spazio l’uso di indagini tridimensionali per effettuare diagnosi endodontica e per valutare eventuali varianti anatomiche. Secondo il parere degli autori, anomalie anatomiche complesse, come la terza radice di un premolare superiore, possono essere diagnosticate correttamente interpretando e studiando una radiografia bidimensionale.

SIGNIFICATO CLINICO: Una percentuale significativa di insuccessi in endodonzia è attribuibile alla presenza di canali radicolari non individuati e non trattati ed è causata spesso da variabili anatomiche endodontiche non diagnosticate. La mancata preparazione di un canale potrebbe nascondere materiale pulpare e tessuti necrotici determinando successivamente una flogosi periapicale.
Pertanto, un’accurata analisi dell’anatomia esterna e interna della radiografia pre-operatoria, un attento esame clinico e l’uso di radiografie supplementari con diverse angolazioni ha permesso, in entrambi i casi in esame, di diagnosticare la presenza di un terzo sistema canalare nei primi premolari superiori e di creare i presupposti per un successo predicibile della terapia endodontica.

Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l’allegato.

Table of Contents: Vol. 91 – Issue 1 – Gennaio 2023

Indexed on: SCOPUS | WEB OF SCIENCE | EMBASE | GOOGLE SCHOLAR | CROSSREF

Impact factor 2022: 0,2