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Trattamento protesicoconservativo- chirurgico di un caso di edentulia singola
OBIETTIVI: La parodontologia è la branca dell’odontoiatria moderna che permette oggigiorno di salvare elementi dentari che in passato sarebbero stati considerati hopeless. La prevenzione, e quindi l’allungamento della vita di ciascun elemento dentario restaurato parte già dalla terapia conservativa. Il rispetto del parodonto è infatti un aspetto fondamentale dei trattamenti odontoiatrici ed è un punto che bisogna tenere in considerazione in ogni fase della terapia.
Scopo del presente lavoro è quello di evidenziare le fasi dell’esecuzione di un trattamento protesico per la riabilitazione di una zona di edentulia singola in presenza di un fallimento pregresso.
MATERIALI E METODI: Il paziente si è presentato all’attenzione degli autori lamentando discomfort masticatorio insorto durante la masticazione di un bolo morbido. L’esame obiettivo intraorale rilevava la frattura di un pregresso ponte protesico in zona 4.5 e 4.7. Sono state scattate radiografie ai fosfori con tecnica bite- wing e periapicali per valutare la recuperabilità dei monconi. Dopo la rimozione dei restauri, la pulizia delle lesioni cariose e la preparazione dei nuovi monconi protesici sono avvenute mediante strumenti rotanti montati su contrangolo ad anello blu e ad anello rosso inseriti su micromotore. Per la terapia endodontica sono stati utilizzati strumenti reciprocanti montati su manipolo demoltiplicatore di giri su motore endodontico dedicato e strumenti manuali in nichel-titanio per la strumentazione del canale, ipoclorito di sodio ed EDTA gel per la disinfezione chimica, cemento a base di ossido di zinco ed eugenolo e guttaperca riscaldata mediante tecnica di condensazione verticale a caldo per l’otturazione. La ricostruzione dei monconi è avvenuta sotto isolamento con diga di gomma mediante utilizzo di compositi massa nanoriempiti e di un perno in fibra di vetro cementato adesivamente con cemento composito ad attivazione duale. La fase chirurgica per l’allungamento della corona clinica ha previsto l’utilizzo di frese diamantate montate su manipolo moltiplicatore di giri, inserti ultrasonici diamantati montati su manipolo per piezosurgery, scalpelli manuali per osteotomia. La fase implantare ha richiesto l’utilizzo di un impianto in titanio di grado cinque trattato mediante tecnica SLA. Per la fase protesica finale i materiali impiegati sono stati il disilicato di litio e il composito. Per la fase di rifinitura e lucidatura sono stati utilizzati dischetti a granulometria variabile, gommini, spazzolini in pelo di capra e paste brillantanti. I punti di contatto sono stati saggiati mediante filo interdentale e super floss.
RISULTATI E CONCLUSIONI: Il risultato ottenuto in questo lavoro è paragonabile a quelli già ampiamente riportati in letteratura. Il rispetto di concetti come la tenuta dei punti di contatto, la precisione delle linee di finitura, la localizzazione extra-gengivale delle zone di chiusura dente-restauro garantiscono il mantenimento a lungo termine della salute parodontale e permettono quindi di ottenere un successo a lungo termine del trattamento protesico.
SIGNIFICATO CLINICO: Questo caso clinico permette di dimostrare come il buono stato di salute tanto del parodonto apicale quanto, soprattutto, del parodonto marginale siano fondamentali per il successo a lungo termine di qualsiasi trattamento odontoiatrico. Ciascuna fase della terapia multidisciplinare restaurativo-chirurgico- protesica deve essere guidata da questo presupposto.
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