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Complicanza inattesa di una cura conservativa
A giugno 2021 una donna di 55 anni ricorreva al pronto soccorso dell’Ospedale Ca’ Foncello per gonfiore cervicale, dispnea e senso di oppressione toracica dopo una cura odontoiatrica. Negava allergie e assumeva tamoxifene ed eutirox. Si era rivolta all’odontoiatra per eseguire una otturazione di 3.5 e, dopo un’insufflazione di aria causata dall’uso della pistola aria acqua, si era gonfiata, improvvisamente e progressivamente, sia al volto che al collo. Negava l’utilizzo della diga di gomma. Riferiva che l’odontoiatra avrebbe compresso il collo con fermezza causandole una sensazione di “fuoriuscita di aria”, accompagnandola poi con urgenza in ospedale. La paziente era vigile, orientata, eupnoica e apiretica, mostrava gonfiore del volto con impossibilità ad aprire l’occhio destro e collo edematoso fino all’area sovraclaveare. All’esame obiettivo, il medico del pronto soccorso non evidenziava rumori da stasi, enfisemi toracici o edemi sovraclaveari. È stata impostata una terapia antibiotica endovenosa (Augmentin 1 g ogni 8 ore e metronidazolo 250 mg ogni 6 ore).
La valutazione maxillo-facciale obiettivava un crepitio pergamenaceo all’emivolto, senza trisma, con disfagia e odinofagia. La videolaringoscopia ORL non evidenziava ostruzioni. All’esame clinico, il quadro era migliorato rispetto all’esordio. Dopo poche ore il crepitio pergamenaceo, non era più percettibile. Sono state eseguite TAC urgente del massiccio facciale, del collo e del torace.
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