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Management di una leucoplachia orale recidivante con l’utilizzo di laser a diodi (445 nm)
Il termine leucoplachia orale (oral leukoplakia- OL) indica una placca bianca della mucosa orale, non asportabile, non riconducibile ad altre patologie conosciute e caratterizzata da un rischio di trasformazione maligna superiore rispetto alla mucosa normale.
La OL è classificata tra i disordini potenzialmente maligni (potentially malignant disorders PMD), tra cui si annoverano il lichen planus orale, l’eritroplachia e la fibrosi sottomucosa.
Le sedi orali caratterizzate dai tassi più alti di trasformazione maligna sono il margine e il ventre linguale (55,4%), seguiti da vestibolo e mucosa geniena (13,8%), dal pavimento del cavo orale (8,8%), dalla mucosa gengivale (8,7%), dal labbro inferiore (4,1%) e dal dorso della lingua (0,9%).
Tra i fattori di rischio per la trasformazione maligna, la presenza di displasia epiteliale al momento della diagnosi è il più importante.
La diagnosi di OL si basa sul matching tra le caratteristiche cliniche e quelle istopatologiche (diagnosi clinico-patologica). La biopsia (incisionale o escissionale) è quindi indispensabile per confermare il sospetto clinico.
In letteratura sono riportati diversi approcci per il management delle OL. Questi variano dall’osservazione durante le visite di follow-up periodiche (wait and see) alla terapia medica, alla rimozione chirurgica, alla “vaporizzazione” con l’utilizzo di laser.
Secondo una recente revisione sistematica, il management chirurgico laser è associato a un tasso di recidiva inferiore.
Nell’ultimo decennio i laser hanno assunto un ruolo preminente nella chirurgia orale, sia mucosa che ossea, offrendo notevoli vantaggi sia per l’operatore (per esempio, maggiore possibilità di controllo del sanguinamento) che per il paziente (per esempio, riduzione del dolore post-operatorio).
Le differenti tipologie di laser in chirurgia orale (diodi, Nd:YAG, KTP e CO2, utilizzati prevalentemente per i tessuti mucosi, ed Er:YAG, Er,Cr:YSGG prevalentemente per i tessuti duri) sono di supporto per una vasta gamma di applicazioni cliniche tra le quali: biopsie, escissione di neoformazioni benigne e potenzialmente maligne, fotocoagulazione delle lesioni vascolari, frenuloplastica labiale e linguale, gengivectomia, lembi d’accesso e osteotomie per estrazioni dentarie di elementi totalmente o parzialmente inclusi, apicectomie, chirurgia implantare e chirurgia del seno mascellare.
Con specifico riferimento alle biopsie e all’asportazione di lesioni, deve essere tenuta in considerazione la possibilità di induzioni di artefatti (per esempio, modificazioni termiche), potenzialmente in grado di interferire con la diagnosi istopatologica e con l’assessment della radicalità di un intervento.
Nel presente caso viene riportato il management con laser a diodi (445 nm) di una OL del ventre linguale, recidivata dopo escissione chirurgica tradizionale.
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