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La gestione chirurgica dei terzi molari – Modulo 1: Approccio clinico alla chirurgia degli ottavi inferiori

OBIETTIVI: L’obiettivo di questo modulo è introdurre il clinico al corretto approccio per la gestione diagnostica dei terzi molari attraverso un protocollo basato su fattori di influenza precedentemente dimostrati.

MATERIALI E METODI: È stata presa in analisi la più recente letteratura nazionale e internazionale disponibile, rinvenuta attraverso le principali banche dati (PubMed, Medline, Scopus, Google Scholar e Cochrane Library), ed è stata coniugata alle linee guida ministeriali e all’esperienza derivata da svariati anni di attività clinica.

RISULTATI: Sono state raccolte le scale preesistenti di valutazione della difficoltà chirurgica nell’estrazione dei terzi molari. Tutte le scale prevedevano un esame iniziale mirato alla raccolta dei dati anamnestici e all’esame obiettivo intra ed extra orale. I parametri analizzati sono stati i seguenti: il grado di inclinazione del dente secondo la classificazione di Winter, la profondità di inclusione secondo la classificazione di Pell e Gregory, il rischio di lesione del nervo alveolare inferiore (NAI) secondo la classificazione di Maglione et al., il rischio di lesione del nervo linguale secondo la classificazione di Juodzbalys e Daugela, l’eventuale presenza di lesione osteolitica e la morfologia radicolare.

DISCUSSIONE: Per la gestione dei terzi molari è in primis importante distinguere se vi sia indicazione al trattamento chirurgico estrattivo sia in caso di sintomatologia che in assenza di essa. Inoltre, è fondamentale considerare l’anamnesi sistemica del paziente per escludere che vi siano condizioni che controindichino la procedura chirurgica. Una volta accertato il piano di trattamento estrattivo, si procederà con la valutazione preoperatoria del grado di difficoltà chirurgico. Prendendo in esame i parametri radiografici, si consideri che il grado di inclinazione del dente e la profondità di inclusione saranno indicativi del tipo di incisione, del grado di osteotomia e di odontotomia ove necessaria. La tipologia e il numero di sezioni dell’elemento dipenderanno anche dalla morfologia radicolare.
Nei casi in cui nell’esame radiografico di primo livello si evidenzi un rischio di lesione del NAI, occorre richiedere un’indagine radiografica di secondo livello per pianificare l’estrazione a seconda del rapporto spaziale tra il NAI e il terzo molare. Laddove il terzo molare risulti avere rapporti con la corticale linguale, occorrerà mettere in protezione il nervo linguale tramite appositi strumenti. Infine, la presenza di una lesione osteolitica imporrà, nel caso di enucleazione contestuale all’estrazione, un’ulteriore indagine istomorfometrica.

CONCLUSIONI: La valutazione preoperatoria tramite lo schema di raccolta dei dati anamnestici, clinici e radiografici permetterà di distinguere la tipologia di difficoltà in bassa, moderata o alta. Ciò fornirà al clinico un ausilio nella pianificazione terapeutica e nella scelta di indirizzamento professionale.

SIGNIFICATO CLINICO: Fornire un protocollo pratico e basato su evidenze scientifiche per la gestione diagnostica e terapeutica dei terzi molari e promuovere un approccio personalizzato e multidisciplinare, migliorando i risultati terapeutici e minimizzando le complicanze. Il testo guida il clinico nella valutazione della difficoltà chirurgica, identificando indicazioni, controindicazioni e rischi per pianificare estrazioni sicure ed efficaci.

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Table of Contents: Vol. 93 – Issue 6 – Giugno 2025

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