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Nuovo protocollo di impronta per gli intarsi: un approccio ibrido
OBIETTIVI: Lo scopo del presente lavoro è quello di presentare un protocollo operativo che consenta di usufruire dei vantaggi ed eliminare gli svantaggi dell’impronta analogica e digitale per la realizzazione di un restauro adesivo indiretto posteriore.
MATERIALI E METODI: Per descrivere il protocollo è stato presentato il caso di un paziente a cui è stato eseguito un intarsio a livello del secondo molare inferiore 37. La procedura presentata prevede la presa di una scansione della situazione iniziale (arcata superiore, arcata inferiore e occlusione). Successivamente, si procede con il posizionamento della diga e la preparazione dell’elemento dentario. Terminata la preparazione si esegue una seconda scansione sotto diga dell’elemento preparato e viene generato il modello in modo tale da poter valutare se gli spazi protesici sono adeguati. Infine, sempre sotto diga, viene presa l’impronta analogica in polivinilsilossano. I file STL e l’impronta in silicone vengono inviati all’odontotecnico per la realizzazione dell’intarsio.
L’impronta in PVS viene colata in gesso extraduro e viene preparato così il modello per la scansione mediante scanner da laboratorio. Si procede in ambiente digitale allineando la scansione del modello appena ricavato alle scansioni endorali. In questo modo l’impronta master risulterà in occlusione e
pronta per la progettazione dell’intarsio. Il tecnico procede con la realizzazione del restauro indiretto secondo le modalità CAD/CAM. Al secondo appuntamento arrivano in studio il modello in resina della preparazione sviluppato dal file STL dell’impronta digitale con l’antagonista, il modello in gesso della preparazione sviluppato dall’impronta analogica in polivinilsilossano e l’intarsio in composito. Si conclude con la cementazione secondo le consuete procedure di adesione.
RISULTATI E CONCLUSIONI: Con questo nuovo protocollo è possibile ottenere un’impronta estremamente precisa e predicibile nel modo più semplice e agevole possibile, cercando di sfruttare i vantaggi dell’impronta tradizionale in un flusso digitale di lavoro. La prima fase di acquisizione digitale consente all’operatore di effettuare in tempo reale le manovre di analisi degli spazi protesici. L’acquisizione digitale permette inoltre estrema stabilità e precisione nell’orientamento spaziale reciproco delle due arcate. L’acquisizione dell’impronta analogica, avvenendo sotto diga, si ricava in maniera estremamente agevole e garantisce una rilevazione profonda e accurata anche grazie alla retrazione esercitata dalla diga e dall’uncino.
SIGNIFICATO CLINICO: Con questo approccio ibrido si raccoglie il meglio delle due procedure, analogica e digitale, in un unico flusso di lavoro digitale. Da un lato si ha un’impronta con la più alta precisione e accuratezza possibili, dall’altro la speditezza e la stabilità del trasferimento dati dal digitale. Inoltre, questo nuovo protocollo permette di valutare immediatamente la preparazione e la presenza di spazi adeguati con la possibilità di apportare modifiche quante volte è necessario.
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