Articoli

Intervalli di richiamo per il mantenimento della salute orale nei pazienti odontoiatrici: una revisione Cochrane

BACKGROUND. Vi è ad oggi un ampio dibattito sulla frequenza con cui i pazienti dovrebbero presentarsi per un controllo odontoiatrico e gli effetti sulla salute orale di periodi più o meno lunghi tra un richiamo e l’altro. Le raccomandazioni relative agli intervalli di richiamo ottimali variano a seconda dei paesi e dei sistemi sanitari odontoiatrici, ma i controlli semestrali sono stati tradizionalmente i più impiegati in molti paesi ad alto reddito.
Questa revisione aggiorna una versione pubblicata per la prima volta nel 2005, poi aggiornata nel 2007 e nel 2013.

OBIETTIVI. Determinare l’intervallo di richiamo ottimale per il check-up odontoiatrico al fine di mantenere un livello adeguato di salute orale, in un contesto di cure primarie (ambulatori odontoiatrici generici).

METODI DI RICERCA. La ricerca, aggiornata al 17 gennaio 2020 ed effettuata dal Cochrane Oral Health’s Information Specialist, ha incluso i seguenti database e registri: Cochrane Oral Health’s Trials Register, the Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL; Cochrane Library, 2019, Issue 12), MEDLINE Ovid, Embase Ovid, US National Institutes of Health Trials Registry (ClinicalTrials.gov) e World Health Organization International Clinical Trials Registry Platform for ongoing trials.
Durante la ricerca, non è stata posta alcuna restrizione sulla lingua o sulla data di pubblicazione.

CRITERI DI SELEZIONE. Studi randomizzati controllati (RCT) che valutavano gli effetti di diversi intervalli di richiamo odontoiatrici, in un contesto di cure primarie.

RISULTATI PRINCIPALI. Sono stati inclusi due studi con dati relativi a 1736 partecipanti. Uno studio è stato condotto in una clinica odontoiatrica pubblica in Norvegia e ha coinvolto partecipanti di età inferiore a 20 anni, che venivano visitati regolarmente dall’odontoiatra. Venivano confrontati intervalli di richiamo a 12 mesi con intervalli di richiamo a 24 mesi, misurando gli outcome a 2 anni. L’altro studio è stato condotto negli studi odontoiatrici generici del Regno Unito e ha coinvolto adulti che si presentavano ai controlli odontoiatrici “regolarmente”, ossia che si erano presentati dal proprio dentista almeno una volta nei due anni precedenti. Tale studio ha confrontato gli effetti degli intervalli di richiamo a 6 mesi, a 24 mesi oppure personalizzati sul rischio del paziente e ha misurato gli outcome a quattro anni.
Gli outcome primari includevano: la carie dentale, il sanguinamento gengivale e la qualità della vita correlata alla salute orale. Nessuno dei due studi ha valutato potenziali effetti avversi.
Per quanto riguarda il primo studio su bambini e adolescenti, a causa della qualità molto bassa delle prove, non è chiaro se vi sia un’importante differenza nell’esperienza di carie tra l’assegnazione al richiamo da 24 mesi o da 12 mesi. Per i bambini di età compresa tra 3 e 5 anni con denti decidui, la differenza media (mean difference, MD) nell’incremento dmfs (superfici dei denti cariati, mancanti e riempiti) è stata di 0,90. Per i giovani di età compresa tra 16 e 20 anni con denti permanenti, la MD nell’incremento DMFS era di 0,86. Non sono stati valutati altri outcome clinici rilevanti, ai fini di questa revisione. Sono state riscontrate, invece, prove di alta qualità, derivate dallo studio sugli adulti, a sostegno della poca o nulla differenza tra gli intervalli di richiamo personalizzati sul rischio del paziente e richiami effettuati ogni 6 mesi per gli outcome: numero di superfici dentali con qualsiasi carie (ICDAS da 1 a 6); proporzione di siti con sanguinamento gengivale; qualità della vita legata alla salute orale. Esiste poca o nulla differenza nella prevalenza di carie da moderata a estesa (ICDAS da 3 a 6) tra i due gruppi. Prove di moderata qualità, provenienti dallo stesso studio su adulti, supportano come probabilmente vi sia poca o nessuna differenza tra gli intervalli di richiamo a 24 mesi e a 6 mesi per gli outcome: numero di superfici dei denti con
qualsiasi carie; percentuale di siti con sanguinamento gengivale. Potrebbe esserci poca o nessuna differenza tra i gruppi in termini di prevalenza di carie da moderata a estesa (prove di bassa qualità) come neppure in termini di qualità della vita correlata alla salute orale tra i gruppi (prove di alta qualità).
Prove di moderata qualità, sempre derivate dallo studio su adulti sopracitato, supportano come probabilmente vi sia poca o nessuna differenza tra gli intervalli di richiamo basati sul rischio e quelli a 24 mesi per gli outcome: prevalenza di carie da moderata a estesa; numero di superfici dentali con eventuali carie. Non vi è alcuna differenza importante tra i gruppi in termini di percentuale di siti con sanguinamento gengivale o nella qualità della vita correlata alla salute orale (prove di alta qualità).

CONCLUSIONI DEGLI AUTORI. Il fatto che gli adulti vedano il proprio dentista per un controllo ogni sei mesi oppure a intervalli personalizzati in base alla valutazione, fatta dal proprio curante, del rischio di malattie dentali non influisce sulla carie, sulle malattie gengivali o sulla qualità della vita. Intervalli più lunghi (fino a 24 mesi) tra i controlli potrebbero non influire negativamente su questi outcome.
Attualmente, non ci sono prove sufficienti disponibili sulla frequenza con cui bambini e adolescenti dovrebbero vedere il proprio dentista per un controllo. Per gli adulti che si sottopongono a controlli odontoiatrici nelle strutture di assistenza primaria, vi è poca o nessuna differenza tra gli intervalli di richiamo basati sul rischio e quelli effettuati ogni 6 mesi in termini di numero di superfici dentali con carie, sanguinamento gengivale e qualità della vita correlata alla salute orale nel corso di un periodo di 4 anni (prove di alta qualità). Probabilmente c’è poca o nessuna differenza tra le strategie di richiamo in termini di prevalenza di carie da moderata a estesa (prove di qualità moderata). Quando si confrontano, in soggetti adulti, gli intervalli di richiamo a 24 mesi con quelli a 6 mesi, oppure ancora basati sul rischio, vi è poca o nessuna differenza nel numero di superfici dentali con carie, sanguinamento gengivale e qualità della vita correlata alla salute nei due gruppi su un periodo di follow-up a 4 anni (prove di qualità moderata-alta).
La letteratura oggi disponibile riguardo gli intervalli di richiamo ottimali tra i controlli odontoiatrici in bambini e adolescenti rimane ancora controversa. I due studi inclusi nella revisione, infine, non hanno valutato eventuali effetti avversi delle diverse strategie di richiamo.

Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l’allegato.

Table of Contents: Vol. 90 – Issue 1 – Gennaio 2022

Indexed on: SCOPUS | WEB OF SCIENCE | EMBASE | GOOGLE SCHOLAR | CROSSREF

Impact factor 2022: 0,2