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Proibito

Un anziano signore entra in una tabaccheria di Wellington per uscirne poco dopo con alcune stecche di sigarette sottobraccio. Al tramonto si inoltra furtivamente in un parco cittadino dove, per arrotondare la pensione, vende ai ragazzini le sigarette a prezzo triplicato.

Il fumo fa male e fa male in un modo stupefacente. Secondo il sito del Ministero della Salute, il fumo causa 27 malattie, il 25% dei fumatori saranno uccisi da una di queste malattie, i tumori associati al fumo sono quelli del polmone e della bocca, ma anche di laringe, faringe, esofago, pancreas, colon, vescica, prostata, rene, seno, ovaie, oltre ad alcune leucemie (e forse sto dimenticando qualcosa). E ancora, il fumo è il principale fattore di rischio cardiovascolare, e per broncopneumopatia cronica ostruttiva. Ed è superfluo ricordare in questa sede i danni a parodonto, denti e impianti.

Per il lavoro che faccio, non posso che essere favorevole a qualsiasi provvedimento che disincentivi il fumo. Considero il proibirlo nei luoghi pubblici una misura di civiltà oltre che di salute. Credo sia giusto tassare il tabacco ai livelli più alti possibili (e usare quei soldi per pagare i costi che il fumo causa alla sanità pubblica), proibirne la pubblicità in ogni forma, così come insistere sulle malattie che provoca (anche con le brutali immagini sui pacchetti di sigarette).

Per limitare i danni del fumo, la Nuova Zelanda ha deciso di proibire la vendita di sigarette ai nati dopo il 2008. Per sempre.

Non so cosa ne pensiate (e mi piacerebbe saperlo), ma a me questa non pare una buona idea. Non credo che proibire sia un approccio efficace, e inevitabilmente determina comportamenti illegali (la storia del vecchietto è parodistica, o forse no). E comunque vietare ciò che può nuocere alla salute mi sembra un sentiero sdrucciolevole. Dopo il fumo dovrebbe necessariamente venire l’alcol, probabilmente lo zucchero, e poi cos’altro? Direi accidia, lussuria e rock & roll.

Di questi tempi non è una discussione oziosa come può sembrare. Quanto può spingersi lo stato nella salvaguardia della salute, che la nostra costituzione definisce “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”? Interrogativo molto attuale se si pensa alla discussione sull’obbligatorietà del vaccino anti-Covid, ma anche al percorso parlamentare e al possibile referendum sull’eutanasia legale.

Interrogativo che in un editoriale è giusto rimanga tale.

Buona lettura.

Giovanni Lodi, Direttore Scientifico Dental Cadmos

Table of Contents: Vol. 90 – Issue 2 – Febbraio 2022

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