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Salute dentale e orale, prevenzione e mantenimento a lungo termine in odontoiatria restaurativa – Modulo 1: Dalla diagnosi della lesione cariosa al mantenimento dei restauri: piani di trattamento in odontoiatria conservativa e restaurativa
OBIETTIVI: L’obiettivo del presente Modulo è quello di fornire le indicazioni e gli strumenti per una corretta prima visita e una corretta diagnosi di carie, oltre ai mezzi per inquadrare il paziente in una categoria di rischio di carie, in modo da indirizzarlo verso le giuste vie di prevenzione che andranno dalla modifica delle abitudini alimentari e dello stile di vita, alle sigillature, passando per visite di controllo scadenzate in base alla categoria di rischio identificata fino a optare per un trattamento precoce della lesione iniziale piuttosto che puntare alla sua remineralizzazione.
MATERIALI E METODI: Per questo lavoro sono stati presi in considerazione la letteratura scientifica disponibile rinvenuta attraverso le principali banche dati (PubMed, Medline, Google Scholar, Cochrane Library) e i contenuti del documento redatto da AIC nel 2017 “Progetto hAICarie”.
RISULTATI: La carie è una patologia multifattoriale di origine batterica, infettiva e trasmissibile, dove un biofilm cariogeno, in presenza di condizioni orali favorevoli, provoca la demineralizzazione dei tessuti duri del dente. Essa è la più comune patologia cronica dei paesi industrializzati, tanto che più del 90% della popolazione adulta ha avuto o avrà almeno un’esperienza di carie durante la propria vita.
Per questo risulta importante instaurare un adeguato protocollo che porti alla corretta diagnosi clinico-radiografia, non solo al fine di curare la patologia in atto, ma che ne permetta il rilevamento quando questa risulta ancora reversibile o l’identificazione delle situazioni predisponenti in modo da prevenire a monte la patologia cariosa. Non dobbiamo sottovalutare il fattore ospite, che è determinante, insieme alle condizioni preesistenti e ambientali, nel favorire o meno lo sviluppo della carie.
CONCLUSIONI: Il dentista deve conoscere quali sono i giusti strumenti e protocolli, non solo per la diagnosi di carie, ma anche per un inquadramento del paziente in una categoria di rischio. A tal fine la prima visita dovrà essere effettuata con l’aiuto di sistemi ingrandenti e di fonti luminose aggiuntive, su superfici deterse e asciutte. A questo esame clinico dovrà essere affiancato il corretto esame radiografico.
Si sconsiglia l’utilizzo della OPT e si caldeggia l’uso delle rx bitewing che insieme ad altre metodiche, quali il DIFOTI, rappresentano gli esami strumentali di elezione per la diagnosi di carie delle superfici interprossimali. Con questi dati si potrà registrare il DMF-T del paziente il quale, in base al punteggio e in associazione alle sue abitudini alimentari permetterà di inserirlo in una categoria di rischio che indirizzerà verso terapie preventive o precoci.
Tra queste, le sigillature rappresentano la prima metodica che garantisce una protezione nei confronti della carie delle superfici occlusali, rendendo i solchi inaccessibili ai batteri. Individuare la categoria di rischio di un paziente permetterà di scegliere se tentare la remineralizzazione di una lesione iniziale, attraverso un circolo virtuoso che porti alla deposizione di ioni minerali, oppure se converrà trattarla prima che venga coinvolto altro tessuto sano.
SIGNIFICATO CLINICO: Il successo in odontoiatria trova le sue basi nel corretto inquadramento diagnostico del paziente e della sua categoria di rischio di carie. Optare per una procedura di remineralizzazione può risultare vincente in una determinata categoria di pazienti, come inefficace o persino inutile per soggetti più cariorecettivi. È per questo importante un corretto esame clinico che, attraverso la strumentazione adeguata, permetta di inquadrare correttamente il paziente e quindi di scegliere il piano di trattamento più adeguato.
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