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Il restauro delle lesioni cervicali: tecnica di preparazione del perimetro cavitario

OBIETTIVI: Si presenta agli autori un paziente in apparente buono stato di salute senza alcuna patologia sistemica.
Dall’esame obiettivo si notano processi cariosi in corso sulla superficie degli elementi del settore antero-inferiore. All’esame clinico odontoiatrico mostrava la demineralizzazione a livello dello smalto con sanguinamento dovuto alla scarsa igiene interdentale.
È stato preso in esame un caso clinico con lo scopo di comprovare l’efficacia della tecnica di restauro diretta in composito mediante l’utilizzo dell’ultraconservative access cavity come alternativa a un restauro con tecnica indiretta, senza comprometterne estetica e funzionalità. La mininvasività delle ricostruzioni permette di mantenere intatti i tessuti sani rimuovendo solo quelli compromessi.

MATERIALI E METODI: Il caso presenta carie multiple estese oltre la giunzione smaltodentinale a livello degli elementi 3.1, 3.2, 3.3, 4.1, 4.2, 4.3. La parte demineralizzata viene rimossa e sostituita con restauri diretti con tecnica adesiva chairside tramite il sistema di Dynamic Navigation Guide che facilita le procedure di preparazione. I compositi usati rientrano nella categoria nanoibrida degli ORMOCER (Voco, Cuxhaven, Germania). I materiali in resina composita nanoibridi contengono una miscela di particelle sempre più piccole e hanno eccellenti caratteristiche di manipolazione e potenziale estetico. L’elevato carico di riempitivo è reso possibile da una tecnologia avanzata che consente la formazione di cluster di particelle molto piccole che riducono l’area superficiale, ma funzionano come singole nanoparticelle per garantire un’adeguata resistenza all’usura. Il principale vantaggio dei nanocompositi è che mantengono lucentezza e stabilità nel tempo. Gli elementi sono stati ricostruiti rispettando gli spazi ottenuti dopo la rimozione di smalto e dentina demineralizzati, migliorando estetica e garantendo funzionalità nel tempo. Il ripristino della forma dentale ha permesso il ritorno all’estetica dell’apparato stomatognatico precedente al processo carioso. L’impiego di materiali altamente
conservativi e di facile utilizzo ha permesso di risolvere il caso in una sola seduta.

RISULTATI: La caratteristica fondamentale dei compositi nanoibridi è la versatilità. Infatti, grazie alle loro proprietà questi tipi di resine possono essere utilizzati per otturazioni di classe I e II nelle aree posteriori, restauri di classe V, splintaggio di denti mobili, riparazione di faccette, difetti dello smalto e come materiali provvisori per corone e ponti, sigillatura di fessure estese e ricostruzione del moncone.
I vantaggi della tecnica di restauro diretto sono i seguenti: costi e tempi contenuti, in quanto il clinico è in grado di monitorare ed eseguire la ricostruzione passo dopo passo; meno sacrificio di tessuto sano; una seduta unica.

CONCLUSIONI: L’ottimizzazione dei tempi operatori alla poltrona è garantita, riuscendo a ottenere dei restauri con proprietà meccaniche ed estetiche del tutto simili a quelle dei restauri indiretti in ceramica. La crescente pressione economica sul sistema odontoiatrico e, in molti casi, la mancanza di risorse economiche da parte dei pazienti per sostenere le cure portano alla necessità di eseguire trattamenti per restauri affidabili, facili, veloci e quindi più economici, da utilizzare in alternativa alle soluzioni più impegnative. Dall’utilizzo conservativo delle superfici e dei tessuti coinvolti il paziente riesce a ottenere un risultato estetico di notevole portata.

SIGNIFICATO CLINICO: Il paziente, poiché di giovane età, aveva esigenze chiare: rapidità ed estetica. Con queste premesse un restauro in composito chairside è stato la prima scelta, in quanto coniuga entrambe le caratteristiche per il trattamento richieste dal paziente. I compositi nanoibridi consentono al clinico un maggiore controllo degli spazi cavitari, poichè essi sono in grado di colmare tutti i microsottosquadri e di garantire un build-up uniforme.
La loro versatilità permette anche una buona penetrazione all’interno delle micro-ritenzioni di smalto e dentina con un conseguente risultato estetico del tutto simile a quello dei compositi tradizionali.

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Table of Contents: Vol. 91 – Issue 1 – Gennaio 2023

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