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La gestione del paziente affetto da parodontite – Modulo 1: Diagnosi parodontale e classificazione AAP-EFP 2017

DIAGNOSI PARODONTALE. Alla luce di una recente indagine demoscopica eseguita per conto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), appare irrinunciabile la necessità di consolidare l’inserimento della diagnosi parodontale, come componente routinaria, nella visita odontoiatrica.
Il relativo processo diagnostico si basa su informazioni ricavate da anamnesi medica e odontoiatrica, esami clinici, radiografici e di laboratorio. Le finalità di tale procedura sono: valutare la presenza delle malattie parodontali, dei relativi fattori di rischio e quantificare severità ed estensione dei danni tessutali indotti.
In parodontologia il percorso diagnostico è indicato dal termine “valutazione parodontale” e si compone di tre momenti: esame clinico, esami radiografici e test diagnostici di laboratorio; a sua volta l’esame clinico prevede la raccolta dell’anamnesi e l’esame obiettivo con compilazione di un’apposita cartella parodontale. In particolare, nel corso della visita vengono raccolti tre tipi di anamnesi: personale fisiologica e familiare, medica generale, odontoiatrica e parodontale, mentre l’esecuzione dell’esame obiettivo prevede il completamento di: esame ispettivo intraorale, sondaggio parodontale, indici parodontali, valutazione fenotipo parodontale, mobilità dentale, migrazioni e analisi occlusale. Nello specifico, il sondaggio parodontale è una manovra clinica essenziale nel percorso diagnostico delle malattie parodontali permettendo la misurazione della distruzione tissutale e la diagnosi differenziale tra gengivite e parodontite attraverso la raccolta di parametri biometrici parodontali.
La valutazione parodontale prevede, dopo l’esame obiettivo, l’esecuzione degli esami radiografici; le tipologie utilizzate sono tre: radiografie endorali, ortopantomografia e tomografia computerizzata. La metodica elettiva è la radiografia endorale che in pazienti con sospetta parodontite con sondaggi patologici e perdita di attacco clinico in siti dentali multipli si traduce nell’esecuzione di un esame radiografico sistematico endorale (full rx endorale completo). Gli esami di laboratorio concludono l’esecuzione della valutazione parodontale. Si dividono in generici e specifici: i primi valutano le condizioni sistemiche del paziente sulla base di indicazioni anamnestiche; i secondi, considerati aggiuntivi e non fondamentali per formulare la diagnosi, si distinguono in: microbiologici, genetici, immunitari e biochimici.

CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE PARODONTALI. Nel World Workshop congiunto dell’American Academy of Periodontology e dell’European Federation of Periodontology del 2017, è stata introdotta una nuova classificazione che ha aggiornato quella preesistente del 1999, adeguandola all’evoluzione dell’evidenza scientifica e superandone alcune criticità irrisolte.
Tra le principali novità si evidenziano: l’introduzione delle malattie peri-implantari, la chiara definizione di stato di salute gengivale a livello istologico e clinico, la distinzione della gengivite in due sole categorie in base al rapporto con il biofilm batterico, l’abolizione della distinzione tra parodontite cronica e aggressiva e l’adozione di un modello di differenziazione della patologia in stadi e gradi, la sostituzione dei termini trauma occlusale e ampiezza biologica, rispettivamente, con quelli di forza occlusale traumatica e tessuto d’attacco sopracrestale, una nuova classificazione delle recessioni gengivali.
In questo Modulo vengono analizzate nel dettaglio le proposte della classificazione relativamente a gengiviti e parodontiti legate alla presenza di biofilm batterico, dalla definizione di stato di salute gengivale e di caso clinico di gengivite allo staging e grading della parodontite.

Table of Contents: Vol. 90 – Issue 1 – Gennaio 2022

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