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Qual è la qualità delle informazioni ortodontiche in rete?

OBIETTIVI. Data la diffusione dell’utilizzo di Internet e la tendenza odierna a ricercare informazioni mediche in rete, è plausibile supporre che i pazienti ortodontici o gnatologici si informino sul web; tuttavia, non essendoci limitazione alla pubblicazione di materiale online è possibile che si imbattano in informazioni non veritiere o non affidabili.
Il presente studio ha l’obiettivo di valutare la qualità delle informazioni ortodontiche e gnatologiche digitali reperibili online dai pazienti italiani.

MATERIALI E METODI. Sono state scritte 10 diciture seguendo i suggerimenti di ricerca (“search prediction”) di Google, dopo avere cancellato i cookie e la cronologia dal browser. Sono state selezionate le ricerche più valide tra quelle ideate; sono quindi state condotte 6 ricerche su Google. Per ogni ricerca sono stati selezionati 10 siti. La qualità delle informazioni contenute in ogni sito è stata valutata mediante lo strumento DISCERN e due operatori hanno esaminato ogni sito indipendentemente.
La qualità dei siti è stata misurata calcolando, mediante DISCERN, i seguenti punteggi: punteggio complessivo medio (PCM), punteggio di affidabilità medio (PAM), punteggio di informazione medio (PIM). I siti, categorizzati per ogni ricerca, sono poi stati suddivisi in 5 gruppi: qualità di informazione molto scarsa, scarsa, mediocre, buona ed eccellente.
Per comparare la qualità delle informazioni ottenute immettendo le sei diverse key word di ricerca si è ricorso a misure di statistica descrittiva.

RISULTATI. Meno del 25% dei siti ha raggiunto un livello di qualità “buono”. Nessuno dei siti esaminati è stato valutato “molto scarso”, 2 siti sono stati giudicati “eccellenti”. La media dei PCM dei siti emersi dalla ricerca “tempo apparecchio per i denti” è risultata essere la più alta. I valori di PIM più bassi sono stati registrati per i siti trovati con la ricerca “gnatologia”.
L’affidabilità delle fonti risulta bassa per tutte le ricerche effettuate e la media di PAM più alta si attesta a 25,50/40. Si evidenzia variabilità nella qualità e nell’attendibilità dei contenuti disponibili online, pertanto chi non è del settore potrebbe avere difficoltà a distinguere le fonti più valide da siti che riportano notizie inesatte, non basate sull’evidenza o incomplete.
Purtroppo, anche selezionando solo siti odontoiatrici tra quelli indicizzati su Google, i pazienti non riceverebbero un adeguato livello di informazione: difatti, anche i siti del settore in lingua italiana presentano generalmente un livello mediocre di qualità informativa.

CONCLUSIONI. La qualità delle informazioni ortodontiche in rete è risultata mediocre. I pazienti che si informano sul web dovrebbero essere cauti nel credere a quanto trovano. È auspicabile che gli operatori sanitari pubblichino online solo contenuti basati su una solida evidenza scientifica; inoltre, i clinici e le società scientifiche potrebbero usare DISCERN come guida per strutturare le pubblicazioni digitali e per controllarne la qualità prima dell’upload.

SIGNIFICATO CLINICO. L’ortodontista deve porre particolare enfasi al colloquio con il paziente, al fine di evitare disinformazione e salvaguardare la sua salute.

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Table of Contents: Vol. 90 – Issue 1 – Gennaio 2022

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