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Approccio minimamente invasivo in giovane paziente con trauma dentale
La paziente, sesso femminile, anni 19, giunge in studio chiedendo un intervento di ripristino estetico funzionale in seguito a un incidente motociclistico, occorso circa 30 giorni prima, durante il quale, nonostante la protezione del casco jet, ha riportato un serio trauma facciale.
Soggettivamente riferisce dolore a palpazione e percussione a carico di tutti gli elementi frontali superiori e sensibilità alterata a carico degli stessi, con conseguenti difficoltà funzionali.
All’esame esterno presenta moderato edema del labbro superiore e difficoltà alla fonazione. All’esame obiettivo si riscontra frattura coronale smalto dentinale, non complicata da esposizione pulpare, degli elementi 2.1 e 1.2, avulsione dell’1.1 con infezione e flogosi del relativo processo alveolare e presenza di materiale (presumibilmente resinoso) sopra gli elementi 1.3, 1.2 , 2.1, 2.2, applicato probabilmente in sede di pronto soccorso ospedaliero al momento del ricovero per trauma cranico.
Non si rilevano alterate mobilità dentali, nè dislocamento degli stessi. La gengiva cheratinizzata e il fornice superiore sono rivestiti da un denso accumulo di fibrina. Il test di vitalità al freddo è risultato essere negativo sull’1.2 e decisamente accentuato sul 2.1; nella norma sui restanti elementi.
All‘esame rx endorale si apprezza un sequestro osseo in sede 1.1 causato da una frattura parcellare, frattura coronale 1.2 e 2.1 e lesione periapicale in sede 1.2 con segni di riassorbimento radicolare esterno e allargamento dello spazio parodontale.
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