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Gestione di un paziente affetto da patologie sistemiche e ampia cisti mandibolare
Obiettivi Lo scopo dello studio è quello di descrivere un caso significativo di gestione di un paziente con patologia sistemica, affetto da una lesione cistica mandibolare di ampie dimensioni, con un follow-up a lungo termine.
Materiali e metodi Un paziente maschio di 70 anni si presenta presso il Pronto Soccorso Odontoiatrico di Padova lamentando dolore a livello dell’emimandibola destra. Inoltre riferisce gonfiore comparso da circa tre settimane.
All’anamnesi si rivela affetto da diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, moderato sovrappeso, non fumatore, era stato sottoposto ad angioplastica coronarica 5 anni prima, attualmente in terapia con metformina, ramipril (ACE inibitore) e metoprololo (beta bloccante), acido acetilsalicilico e atorvastatina; veniva classificato in classe ASA III in quanto affetto da patologie sistemiche limitanti la vita lavorativa e di relazione.
L’ortopantomografia delle arcate dentarie e la tomografia computerizzata mostrano una lesione radiotrasparente a bordi ben definiti di ampie dimensioni di circa 12 cm, estendendosi dal trigono retromolare destro fino alla zona del canino inferiore sinistro.
La diagnosi differenziale comprendeva cisti infiammatoria apicale, cisti parodontale laterale, cisti follicolare, cheratocisti odontogena, ameloblastoma unicistico.
Viene posta la diagnosi presunta di cisti infiammatoria apicale e viene programmato l’intervento di estrazione dell’elemento 45 ed enucleazione della cisti mediante tecnica “bone lid”.
In attesa dell’intervento il paziente è colpito da infarto miocardico acuto e viene dimesso dopo soli 10 giorni di ricovero e terapia, comprendente il posizionamento di due “stent” coronarici, e la prescrizione di un secondo antiaggregante (clopidogrel). La precoce dimissione, motivata dalle caratteristiche benigne dell’episodio infartuale definite secondo le linee guida dell’American Heart Association, i rischi di frattura patologica della mandibola, di recidiva del fatto flogistico infettivo, unitamente alla controindicazione alla presenza di foci infettivi orali nel paziente cardiopatico portò alla decisione di rivalutare il paziente e di eseguire l’intervento, nonostante il paziente venisse classificato nella classe ASA IV, in quanto l’infarto miocardico pone comunque particolari rischi (re-infarto, disturbi gravi del ritmo ecc.) nei successivi 6 mesi.
Il paziente viene rivalutato oltre i 30 giorni di distanza da tale episodio. L’enucleazione cistica e l’estrazione dell’elemento 45 viene eseguita in anestesia locale e sedazione cosciente; la botola ossea viene fissata con placche e viti da osteosintesi.
Risultati Le immagini radiografiche bidimensionali e tridimensionali a breve (6 mesi) e lungo termine (60 mesi) mostrano un’ottima guarigione e ossificazione della cavità cistica trattata secondo la tecnica “bone lid”. Il referto dell’esame istologico conferma la diagnosi presunta di cisti infiammatoria apicale.
Conclusioni Questo case report presenta un percorso clinico diagnostico che ha portato alla risoluzione di una lesione di discrete dimensioni in un paziente con patologia sistemica in modo semplice, efficace e sicuro, con un follow-up a lungo termine. Il caso illustra come la coordinazione tra vari specialisti possa consentire la gestione in sicurezza di un paziente complesso.
Significato clinico Il lavoro presentato, pur essendo un case report, propone in modo didattico e analitico uno schema di trattamento diagnostico e terapeutico trasferibile alla pratica clinica.
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