Articles
Studio del potenziale remineralizzante del fosfato di calcio amorfo su white spot lesions
Obiettivi La carie dentale è una patologia che provoca la distruzione localizzata del dente come conseguenza dei processi metabolici batterici che avvengono all’interno del biofilm orale.
Il termine “carie” individua la patologia vera e propria, mentre la notazione “lesione cariosa” sta a indicare il segno della malattia, ovvero la distruzione anatomica del dente. Il danno è conseguente a un processo di demineralizzazione: nella maggior parte degli individui procede molto lentamente e si mantiene attivo grazie alla presenza di eventi in grado di perturbare il fisiologico equilibrio dinamico tra la componente minerale e la saliva. Infatti, l’abbassamento del pH orale indotto dagli acidi del biofilm aumenta la solubilità dell’idrossiapatite favorendo la demineralizzazione, che si protrarrà fino al ripristino di una condizione di neutralità.
Quando il tasso di demineralizzazione diminuisce può verificarsi l’evento opposto, la remineralizzazione. La dissoluzione (demineralizzazione) e la riprecipitazione (remineralizzazione) dello smalto sono eventi che si susseguono continuamente durante la giornata, in funzione delle variazioni del pH, senza esitare necessariamente in una lesione cariosa: per esempio, se il biofilm batterico viene rimosso in modo parziale o totale, la perdita minerale può essere arrestata o addirittura invertita favorendo la remineralizzazione.
L’entità della lesione cariosa è variabile, in quanto può presentarsi sia come iniziale perdita di sostanza minerale a livello ultrastrutturale, sia come completa distruzione del dente. La fase iniziale di ciascuna lesione cariosa si manifesta come un’area ipomineralizzata non cavitata confinata negli strati più superficiali dello smalto nota come white spot o lesione cariosa iniziale dello smalto.
La progressione di queste lesioni può essere arrestata o invertita tramite remineralizzazione, ricorrendo all’utilizzo di specifici materiali in grado di fornire gli ioni necessari per la riparazione dello smalto. Lo studio intende valutare il potenziale remineralizzante in vitro del fosfato di calcio amorfo (ACP) in due diverse forme: coniugato con fosfopeptidi di caseina (CPP-ACPF) o citrato (C-ACP).
Materiali e metodi Trenta corone dentali sane sono state incluse in resina acrilica. La superficie dello smalto è stata lucidata con carta abrasiva per rimuovere uno strato di circa 100 μm. La microdurezza superficiale (Baseline) di ciascun campione è stata misurata mediante test di Vickers. Le lesioni cariose iniziali dello smalto sono state ottenute introducendo i campioni in soluzione demineralizzante per 96 ore.
La microdurezza superficiale dei campioni demineralizzati è stata misurata tramite test di Vickers (T1). I 30 campioni sono stati suddivisi in 3 Gruppi: Gruppo A – CPP-ACPF (Mi Paste Plus, GC Italia S.r.l., Milano, Italia), Gruppo B – C-ACP (Biosmalto, Mousse azione d’urto, Curasept S.p.A., Varese, Italia) e Gruppo C – Controllo. I campioni sono stati sottoposti a 10 giorni di trattamento in regime di pH-cycling. La microdurezza superficiale è stata rimisurata al termine del trattamento (T2).
Risultati I Gruppi A e B hanno dimostrato un recupero di durezza significativo rispetto al Gruppo C. Entrambi i Gruppi A e B hanno manifestato una tendenza alla remineralizzazione.
Conclusioni Considerando i limiti, il presente studio ha dimostrato l’efficacia di CPP-ACPF e C-ACP come agenti anticariogeni. Nei campioni trattati si è registrata una tendenza alla remineralizzazione.
Significato clinico Il fosfato di calcio amorfo in entrambe le formulazioni testate risulta efficace per il trattamento delle lesioni cariose iniziali.
Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l’allegato.