Articoli

Interventi per ridurre l’aerosol contaminato prodotto durante le procedure odontoiatriche al fine di prevenire malattie infettive: una revisione Cochrane

Background  Molte procedure odontoiatriche, producendo aerosol che conten­gono differenti microrganismi pa­togeni, possono rappresentare un rischio per la diffusione di infezioni tra dentista e paziente. Per que­sto, la pandemia legata al CO­VID-19 ha portato grandissima preoccupazione.

Obiettivi  Valutare l’efficacia dei metodi utiliz­zati durante le procedure terapeuti­che odontoiatriche per ridurre al minimo la produzione di aerosol e ridurre o neutralizzare la contami­nazione presente nello stesso.

Search methods  Sono stati cercati i seguenti data­base (ultimo aggiornamento settembre 2020): Cochrane Oral Health’s Trials Register, Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL) (Cochrane Library, 2020, Issue 8), MEDLINE Ovid (dal 1946); Embase Ovid (dal 1980); WHO COVID-19 Global literature on coronavirus disease; US Natio­nal Institutes of Health Trials Regi­stry (ClinicalTrials.gov); Cochrane COVID-19 Study Register.

Criteri di selezione e outcome  Sono stati inclusi studi randomizza­ti controllati (RCT) e studi clinici controllati (CCT) sulle procedure in grado di produrre aerosol (aerosol-generating procedures, AGP), ese­guite da operatori sanitari in ambito odontoiatrico. Gli studi hanno valu­tato i metodi per ridurre la contami­nazione dell’aerosol (esclusi i collu­tori pre-procedurali).

Gli outcome primari erano l’inci­denza di infezione nei membri del­lo staff odontoiatrico o nei pazien­ti e la riduzione del volume e del li­vello di aerosol contaminato nell’ambiente operativo. Gli outco­me secondari erano i costi, l’ac­cessibilità e la fattibilità.

Risultati principali  Sono stati inclusi 16 studi con 425 partecipanti di età compresa tra 5 e 69 anni (8 studi ad alto ri­schio di bias).

Nessuno studio ha misurato il tasso di infezione. Tutti gli studi hanno misurato la conta­minazione batterica utilizzando l’outcome surrogato delle unità formanti colonie (CFU).

I risultati qui descritti devono es­sere interpretati con cautela, poi­ché le prove sono di bassa qualità a causa dell’eterogeneità degli studi, del rischio di bias, delle pic­cole dimensioni dei campioni e degli ampi intervalli di confidenza. Inoltre, non è nota la “differenza minima clinicamente rilevante” in termini di CFU.

L’uso di aspiratori ad alto volume (high-volume evacuator, HVE) può ridurre la contaminazione batteri­ca negli aerosol a meno di 30 cm dalla bocca di un paziente, ma non a distanze maggiori (3 RCT split-mouth, 122 partecipanti). Un RCT (50 partecipanti) ha ri­scontrato che potrebbe non es­serci alcuna differenza in termini di CFU tra un sistema combinato (Isolite) e un aspirasaliva durante o dopo le AGP.

Un RCT split-mouth (10 partecipan­ti) ha rilevato che potrebbe esserci una riduzione di CFU grazie all’im­piego della diga di gomma, a una distanza di un metro e due metri.

Un RCT su 47 studenti di odonto­iatria ha riscontrato che l’uso della diga di gomma potrebbe non fare differenza in termini di CFU pre­senti sulla fronte e nella regione occipitale dell’operatore.

Un RCT splith-mouth (21 parteci­panti) ha rilevato che la diga di gom­ma in associazione a HVE può ridur­re CFU più del cotoncino associato all’uso di HVE, sia sul torace del pa­ziente che sulla luce del riunito.

Un CCT split mouth (2 partecipan­ti) ha utilizzato un sistema locale autonomo di purificazione dell’aria (ACS), che può ridurre la contami­nazione da aerosol durante la pre­parazione di cavità o lo scaling a ultrasuoni.

Un altro CCT (50 partecipanti) ha ri­levato che il flusso laminare all’in­terno dell’ambulatorio odontoiatrico combinato con un filtro HEPA può ridurre la contaminazione a circa 76 cm dal pavimento e da 20 cm a 30 cm dalla bocca del paziente.

Due RCT hanno valutato l’uso di antimicrobici nell’irrigazione du­rante lo scaling a ultrasuoni. Ri­spetto all’acqua distillata, l’irriga­zione contenente clorexidina, estratto di cannella o iodio povido­ne può ridurre le CFU.

Conclusioni degli autori  Non sono stati trovati studi che valutassero la trasmissione dell’infezione tramite aerosol in un setting odontoiatrico; nessuno studio ha verificato la contamina­zione virale dell’aerosol.

Tutti gli studi inclusi hanno misura­to la contaminazione batterica uti­lizzando CFU. Sembra esserci qualche beneficio da parte degli in­terventi indagati, ma le prove oggi disponibili sono di qualità molto bassa, quindi non si è in grado di trarre conclusioni affidabili.

Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l’allegato.

 

Table of Contents: Vol. 88 – Issue 10 – Dicembre 2020

Indexed on: SCOPUS | WEB OF SCIENCE | EMBASE | GOOGLE SCHOLAR | CROSSREF

Impact factor 2022: 0,2