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È la legge
Al Pronto Soccorso di un grande policlinico pubblico italiano:
“Buona sera sig.ra Bianchi, purtroppo le devo confermare che il dolore addominale acuto di cui suo figlio sta soffrendo è riferibile a un quadro di peritonite, una malattia che richiede un immediato trattamento chirurgico. Ma non si preoccupi, il dott. Rossi è pronto per entrare in sala operatoria. È uno psichiatra eccezionale.”
Intanto nel reparto di Oncoematologia:
“Mi spiace sig. Azzurri, come temevamo lei soffre di una leucemia mieloide acuta. I valori delle cellule del suo sangue sono molto alterati, ma ugualmente le possibilità di guarigione sono piuttosto buone. La nostra collega Verdi è un’ortopedica coi fiocchi, lei è in ottime mani.”
Sembra una barzelletta, e fortunatamente una cosa così non potrebbe mai capitarvi. Ma se stessimo parlando di salute della bocca, la situazione non sarebbe così paradossale.
Come per i laureati in medicina, anche per gli odontoiatri la legge stabilisce che per essere assunti da un ospedale è necessario avere un diploma di specialità. Messa così sembra una buona cosa. Peccato che le specialità odontoiatriche nel nostro paese siano solo tre: odontoiatria pediatrica, ortodonzia e chirurgia orale. Poco importa se la maggior parte della chirurgia orale e la quasi totalità dell’ortodonzia non rientrano nei livelli essenziali di assistenza, ovvero di ciò che passa il Sistema Sanitario Nazionale, e se i più comuni trattamenti che richiedono i pazienti odontoiatrici di un ospedale non sono patrimonio di queste specialità. Mi pare ci sia qualcosa di sbagliato.
Per quanto mi riguarda, le soluzioni potrebbero essere due, non mutualmente esclusive: eliminare l’obbligo di specialità per diventare dirigente medico, e crearne una disegnata per rispondere alle necessità dei pazienti, spesso molto speciali, che si curano in un ospedale. Potremmo chiamarla “odontoiatria ospedaliera”.
Non sono un ingenuo, so bene che le soluzioni a questo tipo di problemi non sono mai semplici. E che la materia è più complessa di come si possa riassumere nelle poche righe di un editoriale. Quindi mi scuseranno i molti che hanno un punto di vista diverso sull’argomento. Però penso sarebbe utile aprire una discussione.
Buona lettura.
Giovanni Lodi, Direttore Scientifico di Dental Cadmos