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Il microbioma orale nel paziente ortodontico

OBIETTIVI. Lo studio sul microbioma orale sta acquisendo un’importanza enorme negli ultimi anni. Il trattamento ortodontico può essere associato a un aumento del rischio di sviluppare lesioni cariose e a un peggioramento di quadri parodontali preesistenti.
Lo scopo di questa revisione narrativa è quello di analizzare i dati presenti nella letteratura recente, per capire se vi sia una correlazione tra utilizzo di dispositivi ortodontici e cambiamenti del microbioma orale.

MATERIALI E METODI. È stata effettuata una ricerca per identificare gli articoli di interesse
sulla banca dati PubMed, utilizzando le seguenti parole chiave: “oral microbiome in orthodonthic patients”, “fixed orthodontic appliance”, “clear aligners”, “microbiological colonization”, “oral microbiome”, “periodontal pathogen”.
Sono stati considerati gli articoli pubblicati fino al febbraio 2021. Sono stati inclusi gli articoli scientifici riguardanti pazienti in terapia ortodontica fissa o con allineatori.

RISULTATI. Le apparecchiature ortodontiche di tipo fisso favoriscono l’accumulo della placca batterica; ciò è dovuto principalmente alla presenza di aree ritentive sulla superficie dentale ma anche alla difficoltà nelle manovre di igiene orale. L’accumulo della placca sopragengivale può influenzare la composizione microbica di quella sottogengivale, favorendone la transizione verso specie più parodontopatogene.
Nei pazienti in terapia fissa si assiste spesso a un cambiamento qualitativo nella composizione della popolazione microbica subgengivale, con aumento di alcuni patogeni parodontali, quali: Campylobactor rectus, Prevotella nigrescens, Pseudomonas spp., Tannerella forsythia, Porphyromonas gingivalis. Dalla fine del trattamento ortodontico, tuttavia, si verifica un progressivo ritorno a una flora batterica basale; le alterazioni microbiche che avvengono
durante la terapia vengono quindi considerate transitorie.
Nei pazienti trattati con allineatori, la composizione della flora microbica non cambia in modo significativo dopo 6 mesi di utilizzo di questo tipo di dispositivo.

CONCLUSIONI. Gli studi presenti in letteratura sostengono come si verifichi un aumento temporaneo di alcuni patogeni parodontali subgengivali dopo il posizionamento di un’apparecchiatura ortodontica di tipo fisso, con una progressiva diminuzione e un ritorno ai livelli di pre-trattamento diversi mesi dopo la rimozione dell’apparecchio stesso.
I dispositivi ortodontici di tipo fisso possono favorire una condizione transitoria di gengivite placcacorrelata. Gli allineatori consentono una migliore igiene orale domiciliare, pertanto sono associati a un ridotto rischio di infiammazione parodontale e carie rispetto ai dispositivi fissi.

SIGNIFICATO CLINICO. Le apparecchiature fisse possono fornire siti per l’adesione batterica
e la formazione di biofilm a causa di molte caratteristiche di tali dispositivi ortodontici (per esempio, la presenza di aree favorenti la ritenzione di placca e la conseguente maggiore difficoltà di mantenimento igienico orale domiciliare). L’utilizzo di questi dispositivi può favorire la comparsa di quadri di gengivite placca-correlata, mentre non sembra rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia parodontale. Per questo motivo, soprattutto
nei pazienti in terapia fissa sono fondamentali il mantenimento di una buona igiene orale domiciliare e la programmazione di cicliche visite di controllo con regolari richiami di igiene.
Nei pazienti in terapia ortodontica con allineatori, invece, non sembrano verificarsi delle variazioni significative nella composizione della flora microbica. L’utilizzo degli allineatori permette un’adeguata igiene orale e riduce il rischio di sviluppare carie o quadri di gengivite rispetto alla terapia ortodontica fissa. Questi dispositivi potrebbero essere da preferire, se le condizioni cliniche lo consentono, in soggetti adulti ad alto rischio di sviluppare gengiviti e carie.

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Table of Contents: Vol. 89 – Issue 10 – Dicembre 2021

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