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Odontoiatri e Rettori
In Lombardia, a pochi mesi di distanza, due professori di malattie odontostomatologiche sono stati eletti Rettore. Sono Enrico Gherlone, Rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e Angelo Tagliabue, Rettore dell’Università dell’Insubria. Un’ulteriore conferma dell’autorevolezza che l’odontoiatria si è conquistata all’interno del mondo accademico italiano.
Due odontoiatri eletti Rettori, contemporaneamente e nella stessa regione: si può parlare di un caso?
Gherlone. Assolutamente no. C’è il precedente dell’elezione a Rettore dell’Università di Chieti nel 2017 del professor Sergio Caputi. E successivamente tanti sono stati nominati direttore di dipartimento o preside. L’odontoiatria ha assunto un respiro accademico evolutivo che prima non aveva.
Gli odontoiatri hanno imparato a tesaurizzare le competenze accademiche, farle proprie e metterle a disposizione. Tutto ha avuto inizio probabilmente da un collegio particolarmente illuminato che ha generato questa generazione di odontoiatri molto attenta alla qualità, alle terapie innovative, al sociale.
Tagliabue. No, non è un caso. La disciplina odontoiatrica è cresciuta e si è inserita sempre di più nell’ambito medico, e con essa sono cresciuti anche i suoi docenti. Dall’istituzione dei corsi di laurea in odontoiatria, si è formata una nuova classe di docenti universitari preparata clinicamente e competitiva da un punto di vista scientifico e accademico.
Ritengo sia un “banco di prova” significativo dove dovremo dimostrare che la fiducia di tutti i colleghi universitari è stata ben riposta. E può dare importanti risultati maturati con grande impegno e senso di responsabilità.
Quale può essere la ricaduta di questa doppia elezione sul servizio sanitario regionale?
Gherlone. La prima ricaduta è che ci sono due Rettori in carica nella stessa regione che esprimono forte propensione verso un’accademia nuova. Per quanto mi riguarda, mi sono sempre interessato molto all’odontoiatria sociale: dal lavoro con Andi durante il ministero Fazio a quanto abbiamo iniziato a fare con la regione Lombardia, fino all’ideazione e all’implementazione di programmi per i ceti meno abbienti attraverso la solvenza calmierata. Dove non arriva il sistema regionale, cerchiamo di arrivare noi percorrendo altre vie.
Oggi prevenzione e odontoiatria sociale sono temi molto attuali e importanti e mi sento di affermare che i colleghi che in questo momento sono ai vertici, o sono in divenire verso di essi, si sono confrontati molto con il sociale. Che non è solo prevenzione, ma interessa tutte le forme di riabilitazione in una popolazione sempre più anziana.
Tagliabue. Credo che questa doppia elezione possa dare nuovo impulso a livello clinico assistenziale fino ad alimentare un focus sempre più attento alle problematiche del cavo orale. Certamente contribuire ad avvicinare le cure odontoiatriche ai 17 milioni di italiani che non vanno dal dentista, ma anche portare alla consapevolezza che la malattia odontoiatrica trova relazioni con il benessere generale della persona. Concetti e aspetti a noi noti, ma che potremo condividere con tutta la medicina in modo più forte e concreto.
Credo poi si debba investire in campagne di prevenzione delle malattie del cavo orale: si stima che il 70% dei bambini in Italia non venga accompagnato dal dentista. In regione Lombardia questi dati sono più ottimistici, tuttavia certamente migliorabili dopo azioni concrete e condivise nel sistema regionale, anche risparmiando sui costi delle cure.
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