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Analisi epidemiologica longitudinale di tre decadi di popolazioni affette da DTM
Obiettivi L’obiettivo di questo studio è di confrontare i dati epidemiologici di pazienti disfunzionali – afferenti presso il Servizio di gnatologia clinica dell’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Umberto I-Sapienza Università di Roma – in maniera longitudinale, ossia attraverso uno studio di coorte, al fine di evidenziare i caratteri salienti dei Disordini temporomandibolari (DTM) e dei pazienti che ne sono affetti, e valutare l’evoluzione nel tempo di tali caratteristiche.
Materiali e metodi È stata selezionata una popolazione omogenea di 387 pazienti disfunzionali, appartenenti a tre diversi decenni, scelti in modo randomizzato dalle cartelle cliniche presenti in archivio, in cui erano presenti tutti i loro dati anagrafici, anamnestici e clinici.
Tutti i pazienti selezionati sono stati divisi in tre gruppi omogenei di 129 pazienti: GI (1990-1993), GII (2000- 2003) e GIII (2010-2013). Di tutti i dati clinico-anamnestici è stata effettuata un’analisi statistica descrittiva.
Risultati Il sesso femminile (F) è di gran lunga più interessato allo sviluppo di DTM, anche se nei gruppi di studio di epoche più recenti si evince una tendenza all’aumento dell’incidenza a carico del sesso maschile (M): in GI i pazienti di sesso M e F risultano, rispettivamente, il 14,84% e l’85,16%; in GII sono il 15,50% contro l’84,50%; in GIII risultano, rispettivamente, il 20,16% e il 79,84%.
La fascia di età più colpita, in tutti e tre i gruppi, è quella compresa tra i 16 e i 40 anni: l’80% in GI, il 68,26% in GII e il 62,02% in GIII. Tuttavia, le fasce più alte di età, ossia dai 41 ai 70 anni, mostrano un progressivo aumento di incidenza, a partire dagli anni Novanta (GI) a oggi (GIII): 17,27% in GI; 30,16% in GII; 37,20% in GIII. I DTM più frequenti sono le patologie articolari (GI: 85%; GII: 54,3%; GIII: 51,2%). La dislocazione riducibile del disco è presente nel 44,89% di GI, nel 40,31% di GII e nel 34,11% di GIII.
La dislocazione non riducibile del disco è presente nel 40,15% di GI, nel 13,96% di GII e nel 17,06% di GIII. GIII mostra un aumento dell’incidenza di patologie muscolari (37,2%) rispetto alle precedenti decadi (GI: 10,2%; GII: 35,6%). Le parafunzioni sono un dato di notevole incidenza in tutti i gruppi di studio, in particolar modo nel gruppo GIII. Il serramento è presente nel 17,05% di GI, nel 30,23% di GII e nel 62,8% di GIII. Il bruxismo è presente nel 14,96% di GI, nell’11,63% di GII e nel 35,66% di GIII. Il dolore articolare è il sintomo con maggior incidenza in tutti i gruppi analizzati, essendo riferito dal 74,42% di GI, dal 79,07% di GII e dal 69,77% di GIII. Tale sintomo, sia esso presente a destra, a sinistra o bilateralmente, viene riferito per lo più come moderato/forte dai pazienti di GI, GII e GIII, e non mostra discrepanze degne di nota tra le diverse epoche.
La cefalea è un sintomo riferito per lo più come bilaterale, ed è la comorbidità più rappresentata in tutti e tre i gruppi: 45,74% in GI, 57,36% in GII, 66,67% in GIII. La cervicalgia si manifesta per lo più bilateralmente ed è riferita da una percentuale maggiore di pazienti di GIII (61,24%) rispetto a GII (41,87%).
Conclusioni Il paziente affetto da DTM, rispetto al passato, è mediamente meno giovane e afflitto da patologie dolorose e tendenti alla cronicizzazione che manifestano associazione con varie comorbidità, come la cefalea e la cervicalgia.
Questo profilo rende il paziente disfunzionale più complesso da esaminare e pone quindi lo specialista di fronte alla necessità di formarsi in modo adeguato per poter avere una valida competenza diagnostica e terapeutica.
Significato clinico Le differenti caratteristiche assunte dal paziente disfunzionale devono essere tenute presenti nella pratica clinica.
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