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Trattamento di una giovane paziente affetta da parodontite di Stadio III e Grado C
La paziente M.H. di 23 anni, di origine marocchina, impiegata presso una biblioteca di Torino, è giunta alla nostra osservazione presso il Reparto di parodontologia del C.I.R. Dental School nel mese di luglio 2015, riferendo il proprio timore relativamente alla situazione della propria bocca. In particolare, la paziente era preoccupata dal sanguinamento proveniente dalle gengive durante lo spazzolamento o spontaneamente e dalla mobilità di alcuni elementi.
Il suo desiderio era quello di fare il possibile per mantenere la propria dentizione naturale, anche in relazione al fatto che la madre aveva perso tutti gli elementi dentali tra i 35 e i 40 anni. L’anamnesi medica non era significativa e la paziente riferiva di non avere mai frequentato un dentista in maniera routinaria. L’ultima visita presso uno studio odontoiatrico risaliva al 2011 per l’estrazione dei quattro terzi molari. Tuttavia, la ragazza non era mai stata sottoposta a trattamenti parodontali né istruita riguardo alle manovre di igiene orale.
Durante l’esame obiettivo intraorale eseguito il giorno della prima visita non sono state riscontrate alterazioni macroscopiche dei tessuti molli orali. Erano però presenti alcune alterazioni del tessuto duro dentale riconducibili a una condizione di fluorosi particolarmente evidente sugli elementi: 1.7, 1.6, 2.5, 2.6, 2.7, 3.6, 3.7, 4.6 e 4.7. Sugli elementi 1.7, 2.7, 3.7 e 4.7 si apprezzavano, inoltre, cavità di colore brunastro e tessuto dentale di consistenza friabile, probabilmente riconducibili a lesioni cariose in corrispondenza di alterazioni da fluorosi. L’occlusione era bilanciata posteriormente e non era stata persa dimensione verticale.
Erano tuttavia presenti un overjet e un overbite aumentati (rispettivamente 4 e 3 mm) e svariate malposizioni dentali quali la proclinazione degli elementi del II e V sestante, l’estrusione degli elementi 3.2, 3.1, 4.1, 4.2, la linguo-versione di 4.7 e 4.6. Erano, infine, presenti diastemi tra gli elementi 1.4 e 1.3 e tra 2.3 e 2.4.
All’esame extraorale non erano apprezzabili evidenti asimmetrie del viso, segni di linfoadenopatia né patologie dell’ATM. Alla palpazione della muscolatura la paziente non avvertiva fastidio, né dolore. Il profilo della paziente era biprotruso. In prima visita è stato eseguito un sondaggio parodontale che ha riscontrato la presenza di numerose tasche parodontali (PD ≥4 mm), abbondanti depositi di placca specialmente a livello degli spazi interprossimali e sui versanti linguale e palatino (Full mouth plaque score – FMPS: 42,7%) e sanguinamento al sondaggio generalizzato (Full mouth bleeding score – FMBS: 86,3%). Ventisei denti su 28 presentavano PD ≥4 mm e 42 siti avevano PD ≥6 mm.
Distalmente agli elementi 1.7 e 2.7 sul versante palatino la posizione del tessuto gengivale era coronale alla giunzione amelo-cementizia e sosteneva la presenza di pseudotasche. Gli elementi 1.2, 3.2, 3.1 e 4.1 avevano una mobilità di II Grado e gli elementi 2.2, 3.3 e 4.2 di I Grado. Non erano altresì presenti lesioni delle forcazioni sondabili clinicamente. Il risultato del sondaggio parodontale ha quindi indirizzato le scelte terapeutiche verso l’esecuzione di un esame radiografico sistematico intraorale per poter valutare in maniera esaustiva le condizioni della paziente.
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