Articles

L’uovo e il quantistico

MI piace leggere, leggo di tutto, leggo per piacere e per dovere, leggo soprattutto parole stampate su carta, leggo tutti i giorni un quotidiano, leggo tre settimanali a cui sono abbonato, leggo romanzi, saggi e fumetti, leggo elaborati preparati da studenti, leggo articoli scientifici (alcuni per provare a fare meglio il mio lavoro, altri per selezionarli e farli leggere a voi).

L’Internazionale, per i pochi che non lo sapessero, seleziona e traduce in italiano articoli delle migliori testate giornalistiche di tutto il mondo. Sul numero di pochi giorni fa, nella sezione dedicata alla scienza, trovo uno accanto all’altro un articolo che aggiorna sullo sviluppo dei computer quantistici e uno sul metodo di preparazione dell’uovo sodo. Il primo pubblicato originariamente dal New Scientist, il secondo estratto da un articolo di Communications Engineering, rivista scientifica del gruppo Nature.

Dei computer quantistici non ho capito granché, se non che sono macchine che lavorano su principi diversi da quelli degli strumenti che usiamo tutti i giorni, e che saranno in grado di fare cose ad oggi impensabili. Uno di questi ha impiegato cinque minuti per portare a termine un’operazione che i supercomputer più potenti avrebbero potuto eseguire in (cito letteralmente) “dieci settilioni di anni, cioè molto più dell’età dell’universo al quadrato”. L’articolo sull’uovo sodo invece illustrava il metodo ideato dagli autori per la sua preparazione perfetta, ogni due minuti si passa dai 30 ai 100 gradi per 16 volte, per un tempo di poco superiore alla mezz’ora.

Cinque minuti contro dieci settilioni di anni, 32 minuti contro i 9 della ricetta della mamma, un computer dall’incredibile potenza computazionale e un uovo ben cotto. Mi sembra che questi due casi ci dicano (quasi) tutto sulla natura della ricerca. Che deve essere capace di produrre nuova conoscenza, ma non necessariamente finalizzata, che può cambiare il mondo o migliorare una pratica minore, ma soprattutto essere libera e audace (come diceva quel tale).

E se ci pensate, questa piccola storia ci parla anche dell’odontoiatr(i)a, che usa strumenti digitali per preparare manufatti precisi al micron, ma passa mezz’ora a stratificare materiali diversi per una ricostruzione perfetta.

Buona lettura.

Giovanni Lodi, Direttore Scientifico Dental Cadmos

Table of Contents: Vol. 93 – Issue 2 – Febbraio 2025

Indexed on: SCOPUS | WEB OF SCIENCE | EMBASE | GOOGLE SCHOLAR | CROSSREF

Impact factor 2022: 0,2