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Impianti post-estrattivi singoli: indicazioni cliniche e analisi della letteratura
Obiettivi L’obiettivo di questo contributo è quello di valutare lo stato attuale dell’arte nella gestione del paziente con necessità di posizionamento implantare singolo, immediatamente successiva all’estrazione dell’elemento dentario.
Verranno presi in considerazione vantaggi e svantaggi delle diverse opzioni terapeutiche nella gestione riabilitativa implantare fissa dell’alveolo dentale post-estrattivo.
Materiali e metodi Alla luce della recente letteratura ed evidenza scientifica, sono stati presi in esame gli studi a più alto impatto attualmente presenti. Si valutano in particolare le diverse tempistiche di inserzione implantare, ovvero il posizionamento contestuale all’estrazione dell’elemento dentale (immediato), dopo 6-8 settimane (immediato-dilazionato) e il classico approccio dopo 4-6 mesi (dilazionato).
Si analizzano inoltre la gestione del gap osso-impianto e la necessità di preservare chirurgicamente il sito post-estrattivo.
Risultati Negli studi esaminati non sono state osservate differenze statisticamente significative in termini di fallimenti, complicanze e soddisfazione del paziente quando si posizionavano impianti singoli immediati, immediati-dilazionati o dilazionati.
Tuttavia, sembra esserci una tendenza al fallimento e alle complicanze maggiore nel posizionamento implantare immediato e immediato-dilazionato; queste due opzioni risultano, inoltre, tecnicamente più difficili.
I pazienti nei quali i tempi riabilitativi vengono considerevolmente ridotti tendono d’altro canto a essere maggiormente soddisfatti. Il posizionamento implantare immediato non sembra inoltre impedire in maniera apprezzabile la perdita di volume osseo, e l’utilizzo di innesti nel gap osso-impianto, anche se non vi sono differenze statisticamente significative negli studi presi in considerazione, risulta associato a un riassorbimento minore di osso alveolare.
Differenze in termini di perdita di spessore e altezza della cresta ossea risultano essere invece minori nelle procedure di preservazione alveolare, rispetto alla sola estrazione, indicando che eseguire tali procedure diminuisce la necessità di intervenire nuovamente.
Non sono inoltre emerse particolari diversità comparando vari tipi di biomateriali o di membrane, seppure sembri dare risultati migliori l’applicazione di biomateriale in associazione a membrane riassorbibili.
Conclusioni Alla luce della letteratura e dell’esperienza degli autori, gli impianti post-estrattivi in sostituzione di elementi dentali singoli risultano essere a oggi un’alternativa alle procedure tradizionali perché presentano vantaggi importanti sia per il paziente che per il clinico. Si evidenziano però un maggior numero di fallimenti e complicanze associati a tale procedura.
Qualora si decida di posizionare l’impianto subito dopo l’estrazione, il suggerimento degli autori è quello di colmare il gap osso-impianto con biomateriale e membrana riassorbibile, da utilizzarsi anche nel caso in cui si opti per una preservazione alveolare.
Per valutare meglio quest’alternativa, sono necessari studi più ampi, in particolare studi clinici controllati randomizzati (RCT) con follow-up più lunghi.
Significato clinico Il posizionamento implantare post-estrattivo a sostituzione di elementi dentali singoli può essere un’opzione da tenere in considerazione soprattutto in quei pazienti che richiedono una riduzione dei tempi riabilitativi. Tuttavia, i potenziali svantaggi in termini di fallimenti e complicanze dovrebbero sempre essere chiariti e discussi con il paziente assieme alle possibili alternative terapeutiche.
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