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Mercato del lavoro (del futuro)

Lo sapete quali sono le capacità che il mercato del lavoro ritiene più importanti per il futuro prossimo? Pensiero analitico e pensiero creativo, solo terze le competenze tecnologiche. E avete idea di quante saranno nel 2027 le attività aziendali che saranno svolte da macchine? Il 42% (oggi sono il 34%).

Leggo sui giornali che il World Economic Forum ha appena presentato il Future of Jobs Report 2023. Ho una vaga idea di cosa sia il primo e non so cosa sia il secondo. Approfondisco e scopro che il World Economic Forum è la fondazione finanziata da un migliaio tra le più grandi imprese del mondo, che organizza a Davos l’incontro annuale tra i potenti della terra, oggetto di attenzione ricorrente per media e no-gobal. Mentre il Future of Jobs Report è un’indagine svolta proprio tra le suddette imprese, con l’obiettivo di capire in che direzione andrà il mercato del lavoro.

Le previsioni sono che nei prossimi 5 anni scompariranno 14 milioni di posti di lavoro, principalmente a causa del rallentamento della crescita economica, della carenza di materie prime e dell’aumento dei costi. Ci sarà sempre meno bisogno di impiegati (vengono citati espressamente quelli delle banche e delle poste), mentre le professioni maggiormente in crescita saranno gli specialisti di intelligenza artificiale e affini (prevedibile), ma anche gli insegnanti, in particolare quelli universitari, di cui si prevede un aumento del 10% per complessivi 3 milioni di nuovi docenti (una buona notizia, forse). Scarseggeranno idraulici (un classico) e operatori sanitari, in particolare personale infermieristico, medici specialisti e fisioterapisti.

Negli anni a venire metà dei lavoratori avrà bisogno di competenze nuove e per chi si occupa di salute solo il 50% di quelle attuali saranno ancora utili. Secondo le aziende del settore, ciò di cui i sanitari avranno bisogno per essere competitivi nel mercato del lavoro sono, al primo posto, empatia e ascolto attivo, seguiti da pensiero creativo e poi competenze nell’intelligenza artificiale e big data. Un mix decisamente interessante. Inoltre, per trovare il giusto operatore sanitario le aziende sono già disposte a investire più tempo rispetto ad altre figure professionali e a offrire salari più alti. Per le posizioni ai piani alti delle aziende che si occupano di salute, l’etica è ritenuta un valore residuale (ah però).

Il rapporto è una lettura non esattamente divertente (per più di un motivo) ma di grande interesse, soprattutto, mi verrebbe da dire, per chi ha meno di 30 anni (e per chi è curioso del futuro).

Buona lettura.

Giovanni Lodi, Direttore Scientifico Dental Cadmos

Table of Contents: Vol. 91 – Issue 6 – Giugno 2023

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