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Nulla da nascondere

Sono seduto in platea a un importante congresso. È la mattina della prima giornata, la bella sala è gremita, sul palco un collega dal curriculum mozzafiato sta raccontando delle straordinarie proprietà di una molecola di cui non sapevo assolutamente niente. E in effetti il campo di ricerca non mi è familiare, benché i pazienti che potrebbero trarre beneficio da questo farmaco sono affetti da una malattia che conosco. Il relatore è oggettivamente bravo e riesce a farmi capire i complessi meccanismi alla base degli effetti clinici, gli studi sono eleganti, i dati convincenti. Non vedo l’ora di prescriverla.

Poco dopo, in pausa caffè, mi aggiro in cerca di amici da salutare e con cui scambiare chiacchiere (che è poi uno dei motivi principali per cui partecipo ai congressi) e invece mi imbatto in un totem da cui appare chiaro che l’azienda produttrice del farmaco sponsorizza il collega e il congresso. Non mi pare di ricordare che la cosa fosse stata dichiarata durante l’intervento di pochi minuti prima. Non fidandomi della mia memoria e della mia attenzione fermo al volo una con la faccia che mi pare di conoscere e chiedo. La faccia mi guarda strano, perché in realtà non ci siamo mai visti prima, poi conferma i miei dubbi, si volta e se ne va perplessa.

Intendiamoci, non sono un ingenuo: sono consapevole che le società scientifiche non sopravvivrebbero senza il supporto delle aziende, e so che la ricerca dipende in larga parte dai finanziamenti di privati. So anche che molti, moltissimi degli opinion leader che intervengono nei congressi più importanti sono spesati dalle aziende.

Il conflitto d’interessi è pressoché inevitabile, mi verrebbe da dire fisiologico se lo estendiamo agli interessi che non hanno a che fare con i soldi. Ma è una condizione potenziale, che non presuppone necessariamente comportamenti scorretti, distorsione dei dati, risultati inattendibili (anche se la ricerca indica che il rischio esiste).

Però se non me lo dici, non lo dichiari, non lo rendi pubblico in maniera esplicita, il dubbio che tu abbia qualcosa da nascondermi può venirmi. E allora bando alla timidezza, dichiariamoci. Non c’è nulla di cui vergognarsi (se non c’è nulla da nascondere).

Buona lettura.

Giovanni Lodi, Direttore Scientifico Dental Cadmos

Table of Contents: Vol. 92 – Issue 10 – Dicembre 2024

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