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Digital Stamp Technique: affidabilità ed evoluzione software in tre generazioni a confronto
OBIETTIVI: Scopo del lavoro è paragonare la qualità e l’evoluzione del manufatto protesico proposto dal software in modalità Digital Stamp Technique sfruttando la biocopia all’interno del sistema integrato CAD/CAM.
MATERIALI E METODI: È stata effettuata la scansione dell’elemento 2.4 tramite scanner intra-orale Primescan (Dentsply Sirona, Bensheim, Germania) previo isolamento con diga di gomma al fine di ottimizzare la qualità della ripresa. L’elemento presentava
carie penetrante distale, ma tavolato occlusale integro. La scansione è stata successivamente importata in tre differenti versioni del
software CEREC (Sirona Dental Systems GmbH, Bensheim, Germania) rappresentative, rispettivamente, del passato, del presente e
del futuro: 5.1.3, 5.2.4 e 5.2.8 (quest’ultima disponibile sul mercato entro fine 2023). Eseguita la terapia endodontica è stato quindi progettato un restauro protesico del tipo endocrown sfruttando la modalità Digital Stamp Technique, che attinge alla scansione pre operatoria per la realizzazione di un manufatto fedele all’anatomia originaria. A ogni software è stata richiesta una prima proposta e 20 ricalcoli della stessa per ogni versione del software, per un totale di 60 restauri totali, diversi fra loro ma omogenei per software utilizzato. A un primo controllo macroscopico – eseguito mediante attivazione delle finestre “biocopia e restauro” – è seguito un controllo qualitativo tramite software dedicato: OraCheck (Dentsply Sirona, Bensheim, Germania). Per le 60 proposte complessive
elaborate dai tre software sono state valutate le differenze volumetriche, mantenendo una superficie di analisi standardizzata pari a 120 mm2.
RISULTATI: Con la versione 5.1.3 la variazione volumetrica risultava essere in media di 0,86 mm3, mentre con la versione 5.2.4 si aveva in media una variazione di 0,83 mm3. Il software 5.2.8 mostrava invece un significativo miglioramento qualitativo macro e microscopico; infatti, la variazione volumetrica si attestava a soli 0,18 mm3. Tutte le versioni del software replicavano l’anatomia dentale ripresa al tempo zero con grande precisione, con variazioni volumetriche rispetto alla biocopia di riferimento che andavano da un minimo di 0,18 mm3 (5.2.8) a un massimo di 0,86 mm3 (5.1.3) a parità di area analizzata di 120 mm2. Gli scostamenti in direzione verticale e/o orizzontale non superano mai in nessun punto gli 0,45 mm e, con la versione 5.2.8, le porzioni sovra- e sotto-modellate non superano mai i 10 μm.
CONCLUSIONI: I risultati mostrano un evidente miglioramento nella modellazione in modalità Digital Stamp Technique rispetto alla biocopia con l’evolversi dei software. I valori di precisione rilevati sono indubbiamente molto difficili da ottenere con tecnica analogica, seppur avvalendosi di tecnici estremamente esperti. Errori di copiatura al di sotto dei 30-10 μm, secondo gli autori, risultano essere assolutamente trascurabili. Infatti, pur essendo il manufatto estremamente preciso, la cementazione adesiva porta con sé l’inevitabile produzione di minimi rialzi occlusali, nonché stress e contrazione da polimerizzazione, con un errore occlusale spesso maggiore di 30-10 μm.
SIGNIFICATO CLINICO: La componente software dei vari sistemi CAD/CAM, oggi sicuramente più importante e determinante rispetto all’hardware, continuerà a evolversi e a migliorare in modo esponenziale; ci aspettiamo manufatti protesici sempre più precisi e performanti sia da un punto di vista estetico, ma soprattutto funzionale. Si può quindi affermare che il sistema CAD/CAM offra una metodica rapida, efficace ed efficiente al fine di replicare fedelmente un restauro esistente o un’anatomia precostituita, risolvendo quindi diversi problemi al clinico.
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