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Riabilitazione full-digital su impianti di un mascellare: caso clinico e revisione della letteratura
OBIETTIVI: Lo scopo di questo articolo è di presentare un caso clinico di riabilitazione implantare full-arch mascellare con protesi definitiva, in metallo-zirconia prefabbricata a carico immediato, con flusso di lavoro completamente digitale e di valutarne i risultati dopo 1 anno di follow-up in termini di accuratezza tra il progetto digitale e la clinica, il tasso di sopravvivenza implantare e l’insorgenza di complicanze.
MATERIALI E METODI: Una paziente femmina, di 54 anni e con anamnesi farmacologica e medica negativa per qualsiasi patologia attiva o pregressa, si presenta all’osservazione degli autori con l’arcata dentaria superiore fortemente compromessa, sia come aspetto funzionale che estetico.
Dopo avere acquisito un esame fotografico completo – ortopantomografia, TC Cone Beam e scansioni intra-orali – è stato concordato un piano di trattamento che preveda una riabilitazione implanto- supportata full-arch a carico immediato, con protocollo full-digital utilizzando la tecnica Total Digital Concept (TDC®).
La prima fase ha previsto la progettazione di una ceratura digitale dell’arcata superiore completa e la seguente traslazione del progetto in bocca attraverso un mock-up indiretto per le dovute valutazioni estetiche. Successivamente, è stata eseguita una progettazione implantare protesicamente guidata ed è stata realizzata la protesi definitiva con una struttura in metallo sinterizzato e sovrastruttura in zirconia.
È stato quindi eseguito l’intervento chirurgico con inserimento guidato degli impianti ed estrazione degli elementi residui. Nello stesso appuntamento è stata consegnata la protesi definitiva. Successivamente, sono stati programmati appuntamenti di controllo a 1, 2, 6 e 12 mesi dalla chirurgia.
RISULTATI: A livello intra-operatorio è stato ottenuto un perfetto adattamento tra la protesi e gli impianti e non sono state necessarie delle modifiche strutturali rispetto al progetto iniziale. Di conseguenza, la traslazione tra il progetto digitale e la clinica è risultata precisa e affidabile.
Durante il periodo di follow-up non sono state riscontrate complicazioni protesiche o biologiche e il tasso di sopravvivenza implantare è stato del 100%. Di conseguenza, sia il progetto implantare che quello protesico sono risultati di successo. I tessuti molli peri-implantari sono risultati in salute e privi di qualsiasi indice di infiammazione.
La paziente ha dimostrato di essere soddisfatta dell’esito dell’intervento eseguito in pochissime sedute e in un solo momento chirurgico, riportando massimo comfort post-operatorio e assenza di sintomatologia spiccata.
CONCLUSIONI: Basandosi sul presente caso clinico, il protocollo adottato e descritto sembra rappresentare un approccio promettente per l’esecuzione di flussi di lavoro full-digital nella riabilitazione implantare full-arch a carico immediato con protesi definitiva prefabbricata immediata.
Tuttavia, come evidenziato da una prima revisione della letteratura esistente, le evidenze sono attualmente limitate. Ulteriori studi sono quindi necessari per confermare e approfondire le conoscenze specifiche sull’argomento.
SIGNIFICATO CLINICO: Il presente articolo descrive una metodica per la pianificazione ed esecuzione di riabilitazione fissa full-arch su impianti con flusso di lavoro completamente digitale. Se confermato in ulteriori studi, questo flusso di lavoro potrebbe essere applicato nella pratica clinica giornaliera per ridurre il numero di appuntamenti e semplificare il trattamento anche di casi complessi.
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