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Terapia parodontale per la prevenzione primaria o secondaria delle malattie cardiovascolari nelle persone con parodontite: una revisione Cochrane

BACKGROUND: Potrebbe esserci un’associazione tra parodontite e malattie cardiovascolari (CVD); tuttavia, le prove, relative all’utilità della terapia parodontale nel prevenire le malattie cardiovascolari nelle persone con diagnosi di parodontite cronica, sono state finora di bassa qualità. Questo è il terzo aggiornamento di una revisione originariamente pubblicata nel 2014 e aggiornata più recentemente nel 2019. Sebbene esista un nuovo sistema di stadiazione e classificazione multidimensionale della parodontite, la review ha mantenuto il termine “parodontite cronica” dal momento che gli studi disponibili si sono basati sul sistema di classificazione precedente.

OBIETTIVI: Studiare gli effetti della terapia parodontale per la prevenzione primaria o secondaria delle CVD nelle persone con parodontite cronica.

METODI DI RICERCA: Sono state effettuate ricerche in cinque database bibliografici fino al 17 novembre 2021 per identificare studi sul tema pubblicati, non pubblicati e in corso di. Sono stati anche consultati i seguenti database: Chinese BioMedical Literature Database, China National Knowledge Infrastructure, VIP database e Sciencepaper Online fino a marzo 2022.

CRITERI DI SELEZIONE E OUTCOME: Sono stati inclusi studi randomizzati e controllati (RCT) che hanno confrontato la terapia parodontale attiva versus nessun trattamento parodontale o differente trattamento parodontale e che avessero come partecipanti pazienti con diagnosi di parodontite cronica, con CVD (studi di prevenzione secondaria) o senza CVD (studi di prevenzione primaria). Gli outcome primari, misurati a un anno o più di un anno, includevano: mortalità per tutte le cause, mortalità correlata a CVD e frequenza di tutti gli eventi cardiovascolari (angina, infarto miocardico e ictus). Gli outcome secondari comprendevano, tra gli altri, fattori di rischio cardiovascolare modificabili (per esempio, pressione arteriosa, livelli di lipidi, compresi colesterolo, trigliceridi, colesterolo lipoproteico a bassa densità, colesterolo lipoproteico a densità molto bassa, colesterolo lipoproteico ad alta densità) ed eventi avversi dovuti alla terapia parodontale.
Due revisori hanno identificato gli studi, hanno effettuato l’estrazione dei dati e la valutazione del “rischio di bias” in modo indipendente e in duplicato. Si è adottato un modulo di estrazione dei dati testato in fase pilota ed è stato valutato il rischio di bias per ciascuno studio. La qualità delle prove è stata valutata attraverso il GRADE.

RISULTATI PRINCIPALI: Non ci sono nuovi RCT completati su questo argomento da quando è stato pubblicato l’ultimo aggiornamento del 2019. Sono stati inclusi nella revisione due RCT: uno di essi si è concentrato sulla prevenzione primaria delle CVD, mentre l’altro ha affrontato la prevenzione secondaria. Entrambi gli studi sono stati ritenuti ad alto rischio di bias. Relativamente alla prevenzione primaria delle CVD nei pazienti con parodontite e sindrome metabolica, lo studio (165 partecipanti) riportava un solo decesso (prove di qualità molto bassa) e la review non è stata in grado di determinare se ablazione e levigatura radicolare (più amoxicillina e metronidazolo) potessero ridurre l’incidenza di morte per tutte le cause o morte correlata alle CVD. Non è stato neppure possibile escludere la possibilità che ablazione e levigatura radicolare (più amoxicillina e metronidazolo) potessero aumentare gli eventi cardiovascolari rispetto alla sola ablazione sopragengivale al follow-up di un anno. Per la prevenzione secondaria delle CVD, lo studio pilota ha randomizzato 303 partecipanti in due gruppi: il primo volto a ricevere ablazione e levigature radicolari (trattamento parodontale) più istruzioni di igiene orale, mentre il secondo volto a ricevere solo istruzioni di igiene orale e radiografie con la raccomandazione di doversi poi riferire a un dentista per le cure successive (community care). Poiché gli eventi cardiovascolari sono stati misurati in periodi di tempo diversi, compresi tra i 6 e i 25 mesi, e solo 37 partecipanti avevano un follow-up di almeno un anno i dati non sono stati ritenuti sufficientemente robusti per essere inclusi nella revisione.
Lo studio in oggetto, inoltre, non ha valutato la mortalità per tutte le cause e nemmeno la mortalità correlata alle CVD. Non è possibile, quindi, trarre alcuna conclusione sugli effetti della terapia parodontale nella prevenzione secondaria delle CVD.

CONCLUSIONI DEGLI AUTORI: Per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari (CVD) nelle persone con diagnosi di parodontite e sindrome metabolica, prove con un livello di qualità molto bassa si sono mostrate inconcludenti sugli effetti dell’ablazione del tartaro e levigatura radicolare (più antibiotici) rispetto alla sola ablazione sopragengivale nel ridurre mortalità ed eventi cardiovascolari. Non sono disponibili prove attendibili riguardo alla prevenzione secondaria della CVD nelle persone con diagnosi di parodontite cronica e CVD.
Sono, pertanto, necessari ulteriori studi per giungere a conclusioni affidabili sulla possibilità che il trattamento parodontale possa aiutare a prevenire l’insorgenza o la recidiva di malattie cardiovascolari.

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Table of Contents: Vol. 92 – Issue 2 – Febbraio 2024

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