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La sedazione “etica” nello studio odontoiatrico: un nuovo workflow decisionale

La sedazione odontoiatrica rappresenta un tema di grande attualità, sia perché i pazienti sono molto sensibili al comfort vissuto nel corso di terapie diffusamente ansiogene come quelle odontoiatriche, sia perché gli stessi professionisti aspirano all’acquisizione di metodiche in grado di migliorare la qualità del lavoro e di estendere le indicazioni per alcune terapie anche a pazienti ritenuti “ingestibili”.
Nonostante la sedazione nello studio odontoiatrico possa rappresentare senz’altro uno strumento molto utile, parecchi professionisti lamentano confusione nel discriminare che cosa sia consentito dalle normative vigenti in Italia, nonché quali siano i rischi clinici a cui i pazienti possano andare incontro con le diverse tecniche di sedazione. Il fatto che alcuni medici specialisti in anestesia e rianimazione siano disponibili come consulenti presso gli studi odontoiatrici a volte ingenera un equivoco sulla liceità dell’uso di determinati farmaci o metodiche sedative.
L’obiettivo di questo articolo è chiarire, allo stato attuale, quali siano le procedure sedative attuabili in uno studio professionale odontoiatrico, da parte di quali figure e, soprattutto, in base a quali indicazioni cliniche. A questo scopo, viene proposto un flusso di lavoro (workflow) decisionale che permetta al medico odontoiatra di valutare lo stato di ansia del paziente in rapporto alle terapie che dovrà ricevere e l’entità dell’effetto sedativo da ottenere in funzione di tale stato di ansia e della complessità di dette terapie.
L’outcome di questo iter valutativo è rappresentato dall’individuazione della metodica sedativa più opportuna nel caso specifico. In alcuni casi la tecnica sedativa sarà gestibile in autonomia (previa opportuna formazione) nello studio odontoiatrico; in altri casi sarà amministrabile con il supporto di un medico anestesista rianimatore, sempre nello studio odontoiatrico; vi saranno, infine, casi da gestire esclusivamente in strutture di tipo ospedaliero.
L’intento “etico” di questo workflow decisionale è di fornire al clinico uno strumento per evitare involontari comportamenti inutilmente rischiosi o, peggio, illegittimi. Questo indirizzo tende a tutelare sia il paziente sia il medico odontoiatra, in quanto un’oculata scelta del metodo sedativo minimizza il rischio clinico e, quindi, l’incidenza di eventi avversi con relativa possibilità di conseguenze medicolegali.
Al fine di proporre uno strumento di semplice utilizzo, facilmente integrabile in ogni realtà clinica, è stato sviluppato un nuovo processo decisionale basato su due strumenti di assessment messi a punto da altri autori: lo strumento IOSN, che in base allo stato di ansia del paziente, alle sue condizioni medico-comportamentali e alla complessità del trattamento attribuisce la necessità di sedazione in quattro livelli (da minima ad altissima necessità) e la scala di valutazione SAT, che indica l’effetto della procedura una volta somministrata.
In relazione all’outcome dello strumento IOSN sarà possibile determinare il corrispondente grado di sedazione desiderato e la tecnica relativa. L’innovazione proposta in questo articolo consiste, pertanto, nella proposta di correlazione tra uno strumento di valutazione delle necessità del paziente con un altro strumento di valutazione dell’effetto sedativo somministrabile, in modo da determinare prima dell’intervento quali siano la tecnica, i farmaci, il luogo e il professionista più idonei.

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Table of Contents: Vol. 92 – Issue 9 – Novembre 2024

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