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Protesi fissa: full immersion, overview e aspetti attuali – Modulo 5: La gestione chirurgica dei tessuti duri e molli in parodontologia e in implanto-protesi
OBIETTIVI: Obiettivo del presente Modulo è quello di spiegare, illustrare iconograficamente tramite alcuni casi clinici e riassumere secondo i dettami della letteratura di riferimento le tecniche chirurgiche più accreditate relative alla gestione chirurgica dei tessuti duri e molli in parodontologia e in implanto-protesi. GBR, GTR, posizionamento implantare, tecniche di riapertura di impianti a guarigione in due tempi, spessori ideali dei tessuti ossei e gengivali nonché fattori clinici a loro correlati saranno considerati per una comprensione ideale e di immediata fruibilità didattica per il lettore/ partecipante al Modulo stesso.
MATERIALI E METODI: Attraverso una congrua rassegna iconografica gli autori trasferiranno al partecipante la comprensione di quali strategie chirurgiche, parodontali e implantari regolano il successo riabilitativo sia in perio-protesi che in implanto-protesi, tramite il rispetto del complesso delle fibre parodontali sopra-crestali e il ripristino delle misure biologicamente congrue rispetto ai margini protesici. Il corsista apprenderà i fondamenti relativi a casi di GTR parodontale, condotta su elementi dentari naturali, e recepirà le principali metodiche esistenti di GBR pre-implantari o contestuali all’implantologia.
Conoscerà cosa si intende per “corretto posizionamento implantare”, visionerà un’analisi relativa a casi di ricostruzioni ossee localizzate, parziali ed estese nelle edentulie settoriali o totali, e conoscerà come vengono idealmente gestiti in tali casi i tessuti gengivali perio- implanto-protesici.
RISULTATI E DISCUSSIONE: La GTR parodontale su elementi dentari naturali e le tecniche correlate a preservazione della papilla hanno subito numerose evoluzioni, con l’obiettivo di migliorare i risultati clinici, estetici e rigenerativi nella chirurgia parodontale.
Ogni tecnica offre vantaggi specifici in base alle condizioni cliniche, come la dimensione della papilla e la localizzazione del difetto osseo.
Fra le tecniche di GBR maggiormente accreditate figurano l’utilizzo di membrane riassorbibili e non riassorbibili, associate entrambe all’uso di innesti di materiale biocompatibile o a osso autologo, la split crest, gli innesti ossei a blocco (onlay graft). 2-3 mm di tessuto gengivale cheratinizzato rappresentano il minimo indispensabile per garantire salute e longevità a un restauro protesico e implanto-protesico.
L’innesto epitelio-connettivale resta il gold standard in chirurgia mucogengivale
per ripristinare tale spessore tissutale qualora sia insufficiente. Epitelio e connettivo necessitano di uno spazio biologico minimo per potersi interporre fisiologicamente tra cresta ossea e gengiva marginale.
Dopo le procedure di chirurgia parodontale osseo-resettiva risulterà necessario attendere prima di finalizzare almeno 2-3 mesi nei settori posteriori e almeno 6-9 mesi in quelli anteriori.
CONCLUSIONI: La rigenerazione parodontale guidata (GTR) è un campo in continua evoluzione.
La letteratura mondiale evidenzia progressi significativi nell’uso di membrane e materiali innovativi, ma i migliori risultati si ottengono quando la GTR è combinata con tecniche chirurgiche appropriate e un’adeguata selezione e gestione del paziente.
La GBR è una tecnica altamente efficace per la rigenerazione ossea, migliorando la possibilità di posizionare impianti in pazienti con deficit ossei, ma deve essere utilizzata con una corretta pianificazione e un’attenta valutazione preliminare del paziente.
L’utilizzo della chirurgia guidata e della pianificazione digitale può facilitare il posizionamento implantare e l’orientamento protesico ottimale.
Uno spessore gengivale adeguato protegge l’osso peri-implantare e favorisce la corretta guarigione e integrazione dell’impianto, riducendo il rischio di complicazioni come la peri-implantite.
Uno spessore gengivale ideale è generalmente considerato di almeno 2-3 mm.
La gestione dei tessuti molli attorno agli impianti è fondamentale non solo per la longevità dell’impianto stesso ma anche per l’estetica complessiva e il comfort del paziente.
Rispettare l’ampiezza biologica è cruciale per la longevità della protesi e la salute del tessuto parodontale e periimplantare. Dopo procedure di chirurgia parodontale osseo-resettiva risulterà fondamentale attendere la corretta maturazione dei tessuti, che differirà in base al settore operato, al biotipo gengivale del paziente e alla procedura chirurgica eseguita.
SIGNIFICATO CLINICO: L’estetica e la stabilità di un risultato protesico dipendono dall’equilibrio esistente tra tessuti ossei e gengivali di supporto. Il loro volume costituisce l’essenza di tale concetto, sia in perio-implanto- protesi, sia in protesi fissa e in restaurativa o in parodontologia.
Il rispetto di tali volumi dettati dalla fisiologia è alla base di questo equilibrio in ogni procedura clinica: la conoscenza dello spazio biologico necessario per la salute delle fibre sopra-crestali dell’attaco parodontale, lo spessore gengivale minimo, la quantità di tessuto osseo tridimensionale indispensabile attorno agli impianti rappresentano la quotidianità della conoscenza del buon odontoiatra, sia esso conservatore, parodontologo, implantologo o protesista.
Tali concetti e misure sono sanciti dalla conoscenza della fisiologia e dell’istologia dei tessuti duri e molli e validati dalla letteratura scientifica internazionale.
In assenza di tali misure fisiologiche, come per esempio in presenza di malattia parodontale, in caso di fratture o lesioni cariose destruenti, in caso di procedure perio-protesiche, sino all’esigenza di sostituire con terapia implantare elementi dentari estratti, il primum movens del buon odontoiatra deve essere quello di ripristinare sia su elementi naturali, sia attorno a elementi implanto-protesici, proprio tali misure e tale essenziale equilibrio e biunivocità tissutale.
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