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Dipingendo topi

Siamo nel 1974 a New York, e in particolare al Sloan-Kettering Institute, noto centro di ricerca biomedica. Sono tempi in cui si cerca di mettere a punto trattamenti in grado di evitare il rigetto dei trapianti. Il dott. William Summerlin afferma di aver scoperto un metodo molto efficace e come prova esibisce un topo bianco su cui ha trapiantato la pelle di un topo nero. Il topo sta bene e l’innesto pure. Si scoprirà però che non c’era stato alcun trapianto, ma solo un segno di pennarello nero. Questo è ritenuto essere il primo caso di frode scientifica (chissà se a ragione), ma da allora gli episodi di questo tipo si sono moltiplicati.

Tra i più noti, lo studio pubblicato su Nature a fine anni Ottanta che avrebbe dimostrato la memoria dell’acqua, offrendo quindi una qualche base scientifica all’omeopatia, ma che si rivelò un falso, con buona pace dei seguaci di Hahnemann. Mentre nel 1998 Lancet pubblica il criminale articolo dell’ex dottore e provato imbroglione Andrew Wakefield, che metteva in relazione la somministrazione del vaccino trivalente con l’insorgenza dell’autismo e di malattie croniche intestinali. L’articolo diede una spinta decisiva al movimento no-vax, anche in virtù dell’autorevolezza della rivista che lo aveva pubblicato, e che impiegò più di dieci anni per ritrattarlo.

Secondo i dati presentati recentemente da Nature, nel 2023 sono stati ritrattati più di 10.000 articoli, e per quanto riguarda la ricerca biomedica, la frequenza con cui questo accade è quadruplicata tra il 2000 e il 2021. Sempre Nature ha incluso nella lista delle “dieci persone che hanno contribuito a plasmare la scienza” nel 2024, Anna Abalkina, mentre Elisabeth Bik ha vinto l’Einstein Foundation Award, entrambe pasionarie della caccia alla frode scientifica.

Sembra proprio che il problema delle frodi nella ricerca stia diventano piuttosto serio, o forse lo è sempre stato e adesso siamo solo più bravi a scoprire gli imbroglioni. Dental Cadmos non ha mai avuto la spiacevole incombenza di ritrattare uno dei suoi articoli (qua si rende necessario un gesto apotropaico). Grande merito va naturalmente ai nostri autori, ma anche alle colleghe e ai colleghi che svolgono l’oscuro lavoro di revisori, regalando ore preziose del loro tempo alla nostra rivista. Nello scorso numero ne abbiamo pubblicato l’elenco, spendete un minuto per leggerlo, io approfitto di queste righe per esprimere loro tutta la mia gratitudine.

Buona lettura.

Giovanni Lodi, Direttore Scientifico Dental Cadmos

Table of Contents: Vol. 93 – Issue 1 – Gennaio 2025

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