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Applicazioni dell’ecografia intraorale ed extraorale nella patologia del cavo orale: uno studio osservazionale
OBIETTIVI: L’ecografia è un mezzo diagnostico non invasivo ed economico, ampiamente utilizzato in ambito medico ma ancora poco sfruttato in odontoiatria. Questo studio si propone di presentare una casistica sull’utilizzo dell’ecografia intraorale ed extraorale nella diagnosi e gestione di diverse patologie del cavo orale, evidenziandone le potenzialità e i limiti nella pratica clinica odontoiatrica.
MATERIALI E METODI: Sono stati esaminati 29 pazienti consecutivi (19 femmine, 10 maschi; età media 52 anni, range 8-78 anni) dal 2019 al 2024 presso l’Ambulatorio di Patologia e Medicina Orale e Diagnostica Odontostomatologica della Clinica Odontoiatrica dell’Azienda Ospedale Università di Padova. Le indagini ecografiche sono state condotte utilizzando sonde lineari (3-12 MHz) con approccio intraorale e/o extraorale, in base alla localizzazione della lesione. È stato sempre applicato il protocollo di studio Color-Doppler per una migliore caratterizzazione dei risultati. I dispositivi utilizzati sono stati GE Logiq Q7 Expert e Siemens Acuson NX3 Series. Le caratteristiche dei soggetti esaminati sono state raccolte in forma anonima in un database. L’ipotesi diagnostica clinica, la diagnosi ecografica e la diagnosi istologica (quando prevista) sono state poi confrontate.
RISULTATI: Le principali patologie indagate includevano lesioni vascolari (8 casi, di cui 6 confermati), lesioni benigne dei tessuti molli (5 casi, tutti confermati), lesioni ghiandolari (2 casi, entrambi confermati) e raccolte ascessuali (1 caso, confermato). In 9 casi non era stata formulata un’ipotesi diagnostica preponderante prima dell’esame ecografico. Dei 29 pazienti esaminati, 25 sono andati incontro a trattamento chirurgico, di cui 13 hanno eseguito una biopsia. In tutti i 13 casi, la biopsia ha confermato sia l’ipotesi clinica che la diagnosi ecografica. Sei pazienti con lesioni vascolari sono stati trattati con fotocoagulazione laser. Le sedi più frequentemente indagate sono state: lingua (13 casi), labbra (5 casi), guance (5 casi), regione mandibolare (3 casi), mucosa orale (2 casi) e regione mentoniera/ pavimento orale (2 casi).
CONCLUSIONI: L’ecografia si è dimostrata un valido strumento diagnostico per diverse patologie del cavo orale, offrendo vantaggi in termini di rapidità, economicità e non invasività. Si è rivelata particolarmente utile nella differenziazione di lesioni vascolari ad alto e basso flusso, nella distinzione tra lesioni solide e cistiche, e nella guida di procedure interventistiche come biopsie o drenaggi. La concordanza tra diagnosi clinica, ecografica e istologica è risultata elevata, sebbene la limitata casistica non permetta un’analisi statistica approfondita. L’ecografia ha dimostrato di essere un valido ausilio nella diagnosi differenziale tra flemmone, cellulite e ascesso, riducendo la necessità di ricorrere a TC e l’esposizione a radiazioni ionizzanti.
SIGNIFICATO CLINICO: L’ecografia può integrare efficacemente l’esame clinico e altre metodiche di imaging nella diagnosi e gestione di patologie orali. Il suo impiego può essere particolarmente vantaggioso in situazioni dove l’esposizione a radiazioni ionizzanti è controindicata, come in pediatria o in gravidanza. La stretta collaborazione tra clinico e radiologo è fondamentale per ottimizzare l’utilizzo di questa metodica, data la sua natura operatore-dipendente. Futuri studi con casistiche più ampie potrebbero confermare il trend positivo osservato e ampliare le applicazioni dell’ecografia in ambito odontoiatrico, inclusa la diagnostica dell’articolazione temporo-mandibolare.
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