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Bellezza
Pochi giorni fa si è svolta la consueta riunione con le studentesse e gli studenti del quarto anno di odontoiatria a noi affidati, in cui si comincia a discutere di quello che vorrebbero fosse l’argomento di tesi.
È un colloquio molto iniziale, perché per la maggior parte delle discipline hanno avuto solo una formazione teorica, con poca o nessuna esperienza clinica. Sono una dozzina di ventenni pieni di entusiasmo e circa metà di loro ci dice che vorrebbe occuparsi di odontoiatria estetica, declinata in modi diversi: odontoiatria estetica in senso lato, ortodonzia estetica, faccette, trattamenti estetici periorali. È la prima volta in più di 25 anni che ci capita, prima di questa volta l’estetica non era mai stata neanche nominata in una di queste riunioni.
I ventenni non solo saranno i colleghi che eserciteranno nei prossimi 50 anni ma sono anche i migliori tra noi a interpretare il presente, soprattutto un certo presente, fatto di immagini, di nuovi canoni (estetici e non) di comunicazione (verbale e non). Guai a non ascoltarli.
I segnali di come e quanto la nostra professione stia cambiando sono del resto davanti ai nostri occhi: pubblicità in cui denti, peli superflui o capelli in difetto, sono tutti frullati insieme a trattamenti per rassodare i glutei, corsi di medicina estetica per i quali c’è la fila di colleghi con la siringhina in mano, congressi con l’estetica come focus, studi la cui offerta è limitata ad allineatori e poco più.
Le ragioni sono piuttosto chiare: tra chi può permettersi le cure l’incidenza di carie e malattia parodontale è in diminuzione, la richiesta per trattamenti estetici è in aumento, la redditività di questi trattamenti mi dicono essere alta, e, perché no, il piacere di regalare bellezza (quando si è capaci).
Ci tengo a precisare che, al netto di qualche perplessità, non sono le parole di un trombone che rimpiange i bei tempi andati di odontoiatria e protesi dentali. Del resto il nostro obiettivo deve essere l’eliminazione di malattie ampiamente prevedibili come le nostre. No, è solo la constatazione di una professione che sembra stia cambiando molto rapidamente.
È l’odontoiatria bellezza (senza la virgola).
Giovanni Lodi, Direttore Scientifico Dental Cadmos