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Lesioni osteolitiche dei mascellari: iter diagnostico e terapeutico – Modulo 4: Lesioni osteolitiche dei mascellari: focus cheratocisti e ameloblastoma

OBIETTIVI: Obiettivo di questo Modulo è fornire al clinico una conoscenza approfondita degli aspetti, in primis radiografici, di cheratocisti e ameloblastoma e di discutere circa il loro trattamento conservativo o aggressivo. Saranno inoltre messe a confronto le similitudini tra le lesioni che permettono di restringere il campo ad alcune ipotesi diagnostiche e gli elementi di diversità radiografico-clinica che consentono di eseguire una corretta diagnosi differenziale.

MATERIALI E METODI: È stata presa in analisi la più recente letteratura internazionale disponibile circa cheratocisti e ameloblastoma. Considerando che la lesione ad oggi nota come cheratocisti ha cambiato nomenclatura nel corso del tempo, nella ricerca bibliografica sono stati presi in considerazione anche i termini cisti dermoide, colesteoma, cisti primordiale e tumore cheratocistico. Attenendosi poi all’ultima classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata presa in analisi la variante istologica paracheratinizzata di quella che ad oggi è definita cheratocisti.
Per quanto riguarda l’ameloblastoma sono state prese in esame le cinque varianti con cui è classificato: unicistica, convenzionale, adenomatoide, metastatizzante e periferica. La variante adenomatoide è stata da poco introdotta, pertanto non è presente ancora molta letteratura a supporto.
La letteratura è stata rinvenuta attraverso le principali banche dati (PubMed, Medline, Scopus, Google Scholar e Cochrane Library), la quale è stata coniugata all’esperienza degli autori derivata da svariati anni di attività clinica.

RISULTATI: I dati riportati in letteratura relativi alla cheratocisti sono estremamente eterogenei sia per quanto riguarda il tipo di trattamento che per le caratteristiche proprie della lesione in termini di localizzazione, estensione, coinvolgimento di elementi dentali e/o mucosa e associazione a quadri sindromici. Per quanto riguarda gli ameloblastomi vi è una classificazione più ampia e quindi una più mirata letteratura. In entrambe le lesioni le forme unicistiche sono spesso mal interpretate e diagnosticate a posteriori perché meno conosciute. Le forme multiloculari invece destano subito l’attenzione del clinico che deve tenere in considerazione le possibili diagnosi differenziali con le altre forme multilobulari, specialmente quelle meno conosciute come la cisti ghiandolare odontogena.

DISCUSSIONE: Dopo una prima scrematura rimarranno comunque una serie di lesioni in diagnosi differenziale. Pertanto la letteratura è concorde nell’affermare la necessità di diagnosticare con certezza tramite un esame bioptico la natura di tali lesioni al fine di attuare il più adeguato piano terapeutico che mira non solo a minimizzare il tasso di recidiva ma anche a garantire un buono standard di qualità di vita.

CONCLUSIONI: Nei casi di cheratocisti e ameloblastoma l’identificazione corretta rispetto ad altre lesioni risulta fondamentale, in quanto un loro mancato riconoscimento e, di conseguenza, trattamento può dare come risvolto clinico degli interventi chirurgici destruenti sul paziente.

SIGNIFICATO CLINICO: Porre particolare attenzione alle forme unicistiche, spesso sottovalutate, di cheratocisti e ameloblastoma così da mettere il professionista nelle condizioni di eseguire una corretta diagnosi tramite esame bioptico senza procedere subito con approccio interventistico di tipo conservativo. Inoltre, si mettono in evidenza gli aspetti di diagnosi differenziale fondamentali che permettono di intercettare questo tipo di lesioni.

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Table of Contents: Vol. 92 – Issue 4 – Aprile 2024

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