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Trattamento ortodontico precoce non estrattivo dell’open bite anteriore

OBIETTIVI: L’open bite anteriore (AOB) può manifestarsi come un difetto di eruzione degli incisivi oppure come un’alterazione dento-facciale più complessa. L’AOB si associa spesso a disfunzioni orali e ad alterazioni estetiche che possono condizionare la qualità di vita. La terapia ortodontica precoce dell’AOB è spesso indicata, ma rimane tutt’oggi un tema controverso. Obiettivo del presente studio è la revisione narrativa delle evidenze circa l’efficacia e la stabilità del trattamento ortodontico precoce non estrattivo dell’AOB, con il fine di fornire una guida, utile per la pratica clinica, su indicazioni e principali protocolli terapeutici.

MATERIALI E METODI: È stata eseguita una ricerca bibliografica su Medline via PubMed, Scopus, Embase e Cochrane Library. Sono stati inclusi nella revisione gli studi osservazionali o interventistici clinici condotti su pazienti in fase di crescita in dentizione decidua o mista e pubblicati dal 2013 al 2023. L’intervento considerato è stato il trattamento ortodontico precoce dell’AOB non adiuvato dal ricorso a estrazioni dentarie o a interventi chirurgici maxillo-facciali.

RISULTATI: La ricerca bibliografica ha identificato 360 articoli, di cui 24 sono stati inclusi nell’analisi. È emersa una grande variabilità tra gli studi; tuttavia, i protocolli ortodontici impiegati hanno dimostrato:
– di apportare un miglioramento dell’overbite fino a 6 mm e di essere efficaci soprattutto nelle forme dento-alveolari associate ad abitudini viziate e nelle forme dento-scheletriche lievimoderate;
– di essere efficaci nella maggior parte dei pazienti trattati, con un tasso di successo compreso tra il 67 e il 100%, e una buona stabilità post-trattamento, variabile dal 75% al 100% fino a 5 anni;
– di produrre principalmente effetti dento-alveolari, attraverso l’estrusione e la retrusione degli incisivi, e di migliorare significativamente il profilo facciale e i tessuti molli, in particolare grazie alla riduzione della convessità facciale e alla
correzione dell’incompetenza labiale;
– di ottenere effetti scheletrici più modesti e di essere poco se non per nulla efficaci nei pazienti con iperdivergenza grave e/o long face syndrome.
I protocolli clinici e i dispositivi impiegati variano in base all’eziologia e alla componente anatomica della malocclusione. Nell’AOB dento-alveolare da succhiamento non nutritivo sono indicati il counseling e la terapia miofunzionale, mentre nelle forme dentoscheletriche si sono dimostrati efficaci la terapia di espansione dell’arcata superiore abbinata alla rieducazione funzionale e il trattamento ortopedico funzionale di controllo del pattern di crescita iperdivergente.

CONCLUSIONI: Il trattamento ortodontico precoce dell’open bite anteriore è efficace nelle forme dento-alveolari e nelle forme dento-scheletriche lievi moderate e ha una buona stabilità nel medio-lungo periodo. La strategia e il timing di intervento vanno valutati sulla base dell’eziologia e delle caratteristiche della malocclusione e sulla tipologia di crescita cranio-facciale del paziente.

SIGNIFICATO CLINICO: Il trattamento ortodontico precoce dell’AOB produce risultati significativi e stabili delle strutture dento-scheletriche se vengono impiegati i protocolli terapeutici validati dalle evidenze scientifiche e se la selezione del paziente è opportuna.

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Table of Contents: Vol. 92 – Issue 4 – Aprile 2024

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